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Mega truffa nel mondo delle Crypto

Una truffa colossale, tanti, tanti soldi (digitali) sono stati presi di frode: si parla di un ammontare di 2 Miliardi di Dollari Statunitensi e quasi 400 mila utenti derubati

Il 28enne e CEO della Thorex – www.ilovetrading.it

Chiunque sogna di arricchirsi facilmente e per di più giovare di tale beneficio il più a lungo possibile. In molti tentano con le vie del Web e le risorse così come i canali offerti sono molteplici. A volte però capita d’incappare nella via sbagliata ed ecco che qualcosa di non bello accade. Oggi giorno, sempre più persone inseguono le opportunità della Rete dove sono possibili ingenti guadagni in poco tempo; non tutti però le seguono correttamente e i malfattori s’insidiano in labili confini, poco distinguibili e non più così evidenti da identificare. La truffa da Miliardi di Bitcoin Questa vicenda che portiamo alla luce è accaduta proprio poco fa, coinvolgendo un numero pazzesco di persone che aveva affidato speranze, risparmi, fondi per i propri figli o magari della più vicina pensione in una piattaforma di scambio per criptovalute, ovviamente fittizia ma fin d’ora impossibile a sapersi. Le persone coinvolte sono più di 391.000 per un ammontare di ben 2 Miliardi di Dollari americani, una cifra davvero da capogiro. La piattaforma in questione, Thodex, aveva sede in Turchia, più esattamente ad Istanbul, e bada bene che ne parliamo al passato perché il suo “proprietario” Faruk Fatih Oze, una volta raccolto l’immane fondo poco sopra descritto, pare sia sparito col bottino del suo inganno ben studiato. Ma chi è in realtà questo abile delinquente?

Definito il re dei Bitcoin turco, Ozer un 28enne dalla menti distorta ma brillante, pare si sia dileguato a Tirana capitale dell’Albania per poi prendere la fuga in altri paesi, secondo fonti ben informate ma non ufficiali. Il ministro turco, Suleyman Ylu, pare che però non abbia perso tempo, chiamato tempestivamente il suo omologo albanese, abbia diramato una caccia all’uomo internazionale. Difatti l’unica cosa certa è che la Turchia abbia ufficializzato un mandato di arresto internazionale mentre, all’interno del Paese, continuano le ricerche ai complici e i tutti i coinvolti con l’azienda Thodex. Nei blitz susseguiti nelle brevi ore successivi alla sparizione di Ozer si sono contati ben 62 arresti, con almeno altri 16 coinvolti direttamente nell’attività illecita. Già 8 invece sono le province dello stato con la mezzaluna a esser messe a soqquadro per trovare i malfattori. Il tentativo di discolpa da parte del “Re delle Truffe in Criptovaluta” Nonostante questi numeri davvero non siano trascurabili, Ozer sul sito della sua agenzia nega tutto e difende la sua posizione, dichiarando che sono “solo” 30.000 le persone colpite da un malfunzionamento della piattaforma di scambio di criptovalute, quindi un misero 10% se paragonato ai numeri iniziali e, di certo, non coinvolte in una frode ma bensì in un problema “tecnico” del sito di natura ancora non specificata. Lo stesso difatti afferma in un comunicato che non si tratterebbe minimamente di un raggiro ingannevole agli investitori della Thodex ma, bensì, l’incapacità della piattaforma di continuare ad operare con queste cifre e con tutti gli utenti iscritti. Inoltre continua le sue dichiarazioni discolpando quanto addebitatogli relativo alla fuga che, a suo dire, si tratta solo di un viaggio d’affari col fine di poter capitalizzare nuove somme da investire grazie alle possibilità offertigli dagli investitori esteri. Sempre sulla stessa scia continua puntualizzando che appena avrà raccolto la cifra necessaria a rimborsare i suoi clienti farà ritorno nello stato, affrontando sereno i vari nodi giudiziari e le accuse a suo carico. Il presagio che tutti conoscevano ma non credevano realizzabile Secondo i più informati però questa truffa sarebbe dovuta scoppiare in qualsiasi momento, dato l’insistente nonché capillare campagna mediatica compiuta dal trader 28enne turco. Tra le sue “esche” c’era la possibilità d’acquisto della criptovaluta Dodgecoin ad un quarto della sua valutazione di borsa, con possibilità di grandi speculazioni e ricompense in bonus e lussuose auto straniere, il tutto approfittando della debolezza della Lira Turca. C’è anche un fatto bene importante nella penisola turca nonché attualissimo che ancora non ha trovato dimensione nelle norme, quello delle criptovalute. Il tema è trattato da diverso tempo in maniera assidua dai massimi vertici dello stato finché non si è deciso per vietarne l’utilizzo per l’acquisto di beni e servizi mettendo così “fuori dai giochi” il re turco dei Bitcoin. Quindi vistosi serrare le migliori alternative davanti ai propri occhi e così rigidamente dal suo governo, l’occasione ha dato l’abbrivio al processo di fuga e conclusione alla truffa. Ora la questione delle criptovalute sarà ancora più lontana da Ankara di quanto non lo sia mai stata, ma il peggio e che lascerà davvero molte persone beffate e senza possibilità di risarcimenti.

Nik Stevens

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