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Economia

Ancora con i soldi nel materasso. Perché durante la pandemia c’è stato un ritorno al contante.

Non è un mistero per nessuno che le criptovalute abbiano catalizzato il dibattito degli ultimi anni. Partite come uno strano fenomeno speculativo esotico e misterioso, sono oggi attentamente studiate dalle banche centrali che stanno valutando se, come e con che modalità creare delle valute digitali di stato.

Euro digitale (Getty)

Non c’è nulla di semplice in questo passaggio storico. Per molti la valuta digitale è sicuramente il futuro mentre per altri apre scenari inquietanti nell’ambito del riciclaggio così come nell’ambito del controllo dello stato su ogni singola attività del cittadino. Come ogni fenomeno nuovo, sicuramente ci vorrà del tempo per giungere ad un qualcosa di equilibrato.

Sicuramente gli stati e le autorità monetarie europee hanno una forte simpatia per tutto ciò che è facilmente tracciabile e i pagamenti digitali lo sono.

L’euro digitale che la Banca Centrale Europea sta studiando dovrebbe garantire la tracciabilità e scongiurare quei fenomeni opachi normalmente legati alle criptovalute non create da banche centrali. Ma il contante è duro a morire, anzi ritorna di moda quando meno te lo aspetti.

Ambiente e privacy

Euro digitale (Unsplash)

Poi c’è anche la questione ambientale . Le criptovalute sono basate sul famoso fenomeno del mining. In tanti ci si sono arricchiti con il mining ma oggi farlo è diventato più costoso e complesso. Sul banco degli imputati finisce soprattutto l’estremo consumo energetico che la pratica del minig comporta e che ha bollato le criptovalute come un vero e proprio nemico dell’ambiente. Se la valuta digitale è creata dalla Banca Centrale, del mining non c’è bisogno e dunque le questioni ambientali neppure si pongono.

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In tutto questo dibattito Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, ha tenuto a rassicurare gli italiani che si erano detti preoccupati per una transizione poco chiara. Panetta, infatti, ha sottolineato che l’euro digitale affiancherebbe ma non sostituirebbe la valuta tradizionale che avrebbe ancora una lunga vita. Sono tante le questioni aperte e non poche le persone che temono l’euro digitale e le sue implicazioni. Non ultima la privacy. In Cina ad esempio la valuta digitale, ormai entrata con forza nelle abitudini di molti cittadini, potrebbe consentire allo stato di spegnere la capacità di acquisto di una persona poco gradita.

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Certamente un sistema diverso dal nostro, eppure molti settori della società hanno ancora bisogno di rassicurazioni prima della transizione. Intanto nella pandemia c’è stato un ritorno al contante dalle motivazioni neppure ben comprese che dimostra come far digerire la moneta digitale sia una questione assai complessa.

Salvatore DiMaggio

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