La questione di Taranto è antica e dolorosa. Un’acciaieria inquinante posta vicinissimo ad una città e soprattutto ad un quartiere, “Tamburi” che patiscono un’agonia infinita. Un bambino ammalato scrive su Facebook al Sindaco.

Il Sindaco Melucci gli risponde. Gli scrive che ha provato a chiudere la famigerata area a caldo ma che ha fallito. La piaga dei morti di Taranto passa anche attraverso i drammi privati di tanti. Uno di loro è Andrea, 8 anni purtroppo affetto da una patologia rarissima, la mutazione del gene sox4. Soli 8 i bambini al mondo affetti da questa patologia e, come è facile immaginare, vivono tutti in zone a fortissimo tasso di inquinamento.
Una una pagina dedicata a Taranto, Andrea per scrivere al sindaco Melucci. Chiede al primo cittadino come si può fare a chiudere l’ex Ilva. E’ stata l’associazione Genitori Tarantini a postare la commovente lettera. Melucci ha risposto al piccolo ammettendo che i suoi tentativi di chiudere l’area a caldo sino ad ora sono stati un fallimento. Dice anche che quella contro l’ex-Ilva è una lotta antica e che non bisogna smettere di combattere.
Un problema antico

L’inquinamento delle acciaierie di Taranto è ormai una delle storie italiane più intricate e dolorose. La sofferenza dei tarantini è sistematicamente sottovalutata da chi non conosce questo contesto martoriato. Lo dimostra una pessima uscita del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che qualche settimana fa aveva detto che lui non parlava del caso Taranto con chi vende cozze.
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Purtroppo però, proprio i pescatori sono tra le categorie colpite dai problemi di salute causate dall’enorme impianto siderurgico. Ed anche in quel caso il sindaco era intervenuto per stigmatizzare le parole di Bonomi. Gli interessi che gravitano attorno all’acciaieria sono enormi.
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Ai vaghi richiami alla salute, nel corso degli anni non è seguito nulla di concreto per i cittadini di Taranto.