La cannabis light legale è un business che ha un giro d’affari notevole. Questo commercio ha in Italia un fatturato di oltre 100 milioni di euro. Ma chi è che muove questo giro d’affari? Questa è la cosa più sorprendente.
L’utente di cannabis light ha in media più di 50 anni. Un mercato un po’ spiazzante perché sembrerebbe legato ad un consumo giovane e disinvolto mentre invece è più legato alle fasce di età più avanzate. La cannabis light in Italia è diventata legale nel 2017. Come abbiamo visto questo mercato è molto lontano dalle idee preconcette che si potrebbero avere su di esso quindi il caso di capirne un po’ di più. Per cannabis light non si intende una cannabis dietetica o qualcosa del genere, ma qualcosa di molto importante.
Cosa vuol dire light?
Quando pensiamo alla classica canna e all’effetto sballante in realtà ciò a cui ci riferiamo e al delta-9-tetraidrocannabinolo anche noto come THC. Nella cannabis light la quantità di THC è davvero irrisoria, dunque essa è un potente rilassante che aiuta nel caso dell’ansia e di dolori, specie di dolori cronici, ma non ha gli effetti stupefacenti della sua cugina più nota.
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Dunque parliamo di un mercato molto lontano da quello di chi cerca paradisi artificiali o trasgressioni a basso costo. La tipologia di utenza e diversa per età ed aspettative. Gli shop dedicati non hanno nulla di losco, anzi hanno un’offerta insospettabilmente variegata.
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Ecco perché gli esperti dicono che questo mercato è un mercato destinato ad una forte crescita. Anche perché dà lavoro a tanta gente e la pianta attorno a cui ruota tutto questo business ha un elevato grado di sostenibilità ambientale. La canapa è una pianta molto adattabile e con un basso consumo d’acqua.