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Economia

Ritorno all’Austerity energetica: cosa significa per noi italiani

La crisi energetica di questi giorni richiama alla memoria un passato nemmeno troppo lontano in cui anche l’Italia scopriva i rischi di restare senza petrolio e gas.

(Pixabay)

I giorni che l’Italia sta vivendo adesso ci fanno ripiombare in un passato nemmeno troppo lontano, fatto incertezza economica e crisi generalizzata che hanno modificato le relazioni e le abitudini di tutti i cittadini. In particolare, le assonanze con il presente si vanno a trovare con le “domeniche dell’austerity”, iniziate il 2 dicembre 1973 dopo un Consiglio dei ministri del 22 novembre che aveva come primo argomento dell’ordine del giorno la riduzione della produzione energetica dovuta alla diminuzione della produzione di petrolio e, inoltre, all’embargo stabilito dai governi arabi a scapito dei paesi filoisraeliani, in primis Stati Uniti d’America e Paesi Bassi. Erano i tempi della guerra in Kippur.

Le conseguenze che scaturirono per gli italiani

(Pixabay)

Come tanti altri paesi dell’Occidente, anche l’Italia dovette cedere alle misure dirette a limitare i consumi dell’energia per ciò che riguardava la vita di tutti i giorni. Fu la fine di una convinzione: la crescita iniziata con la fine della Seconda guerra mondiale era in crisi, quel modello di crescita rischiava di sgretolarsi. Numeri alla mano, un anno primo delle domeniche dell’austerity, petrolio e gas coprivano quasi il 65 per cento dei bisogni degli italiani. Come è immaginabile, la mancanza di risorse si riflesse sul mercato dei trasporti e, in particolare, dell’automobile, tra i grandi simboli del capitalismo novecentesco.

Le misure adottate dal governo nel 1973 per contrastare la crisi energetica

(Pixabay)

Il governo guidato da Mario Rumor il 22 novembre 1973 mise in campo una serie di provvedimenti che avevano lo scopo di andare in soccorso all’eccessivo consumo di energia, entrata ormai profondamente in crisi. L’esecutivo stabilì il divieto di circolazione per i mezzi motorizzati nei giorni festivi, con la previsione di multe. Uniche eccezioni erano previste per medici, forze dell’ordine, vigili del fuoco, diplomatici, sacerdoti. Era consentito utilizzare i mezzi pubblici. Il via alle misure fu dato il primo dicembre 1973 e durarono fino al 10 marzo 1974, giorno in cui furono inaugurate le targhe alterne. Ultima limitazione, invece, fu l’ultima domenica di maggio del 1973, con la sola eccezione dei giorni di Pasqua e Pasquetta dello stesso anno.

Edoardo Corasaniti

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