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Benzina, non illudiamoci: perchè non toglieranno mai le accise

Se ne parla ogni volta quando il prezzo della benzina sale: difficilmente però le spese per il carburante diminuiranno. Ecco perché. 

(Pixabay)

Quando si parla di benzina e del suo prezzo così elevato, l’argomento va sempre a finire sulle accise, che sono proprio delle imposte che vengono pagate sul carburante. In particolare, in questi giorni, a causa dell’aumento a dismisura del prezzo della benzina e del diesel per via della guerra in Ucraina, il tema delle accise è ritornato a far discutere cittadini e politici. Così, pochi giorni fa la Lega in Senato ha chiesto una misura: attraverso una mozione, i leghisti hanno ipotizzato la sospensione delle accise sulla benzina fino quando non si tornerà ai prezzi del 2019, prima dell’inizio della pandemia, quando il prezzo era nettamente inferiore e più alla portata di tutti.

Come funziona il costo della benzina

(Pixabay)

Sono tre gli elementi che vanno ad incidere sul prezzo della benzina. Il primo, è dovuto a chi vende il combustile, e dunque il costo della materia prima, poi il guadagno che deve avere il proprietario della pompa e, ovviamente, anche la spesa degli autotrasportatori.
Come secondo fattore c’è l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto. Infine, il terzo criterio è appunto l’accisa. Tecnicamente, è un’imposta indiretta, che interessa alcuni beni, come ad esempio l’energia elettrica e i tabacchi, nel momento in cui lo stesso prodotto viene consumato o prodotto.

Dove vanno a finire i soldi delle accise

(Pixabay)

Al momento si pagano, e quindi continuano a finanziare, la guerra d’Etiopia, la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze, le missioni Onu in Libano e Bosnia e la gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011.  Al momento si pagano, e quindi continuano a finanziare, la guerra d’Etiopia, la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze, le missioni Onu in Libano e Bosnia e la gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011 Da quanto fa trapelare il Ministero della Transazione ecologica, tra il 28 febbraio e il 6 marzo, il litro di benzina costava 1,95 un media. Con una suddivisione, è possibile calcolare che 0,87 sono riferibili al prezzo netto, 0,35 sono di Iva, mentre 0,73 in accisa. Tradotto e semplificato ancora: oltre il 50 per cento di ciò che paghiamo di benzina va a finire tra iva e imposte. Cambia qualcosa se si parla di diesel. Sempre parametrando per un litro, circa 0,62 sono per l’accisa, 0,33 sono per l’Iva: dunque, l’88 per cento rispecchia i valori del pezzo netto. Comparando i dati e i prezzi dell’Italia con il resto dei Paesi europei, è possibile verificare che i nostri costi sono tra più alti per ciò che riguarda le imposte indirette.

Edoardo Corasaniti

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