Il comparto delle criptovalute paradossalmente fa paura anche di più a chi non ne possiede.
Infatti le violente tempeste che scuotono le valute virtuali mettono in allarme sullo stato di salute dell’economia e sulle reali possibilità di tenuta delle banche. Fino a qualche tempo fa le criptovalute erano un investimento molto esotico e particolare e ben pochi investivano su questo strumento ritenuto strano e complesso.
Nel tempo però l’investimento in criptovalute si è molto diffuso Anche perché i guadagni messi assegno da chi ha fatto questi investimenti sono veramente importanti e dunque non è un mistero che questo tipo di strumento inizi a fare gola anche a chi fino a ieri non lo conosceva. Ma tutto è cambiato quando alla metà dell’anno scorso le criptovalute hanno iniziato ad essere sdoganate dai fondi di investimento e a diventare sempre più maistream. Il mondo della finanza si è diviso in quell’occasione perché se per alcuni doganale le criptovalute era qualcosa di utile e sensato per altri invece si immetteva un elemento di forte turbolenza in mercati già sotto stress.
Ma nell’arco dei primi mesi del 2022 si è acutizzata una tendenza che era partita già all’inizio dell’anno scorso. Il Bitcoin ed in generale tutte le principali criptovalute, salvo poche eccezioni hanno dimostrato una marcata debolezza.
Hanno perso tanto di valore ed ogni volta che sembrava essere arrivato un punto di rimbalzo puntualmente le aspettative sono rimaste deluse. Se questo sicuramente è un elemento negativo per chi investe nel particolarissimo comparto delle cripto rappresenta però anche un elemento di forte allarme per i risparmiatori in generale.
Lo stato di salute delle criptovalute, secondo molti analisti riflette la fiducia degli investitori nel sistema. Non a caso Goldman Sachs alla metà dell’anno scorso aveva addirittura sostenuto che le criptovalute fossero una riserva di valore anche migliore dell’oro in tempi di inflazione. Ma il fatto che con un’inflazione globale che ormai è prossima al 10% le valute virtuali si stiano così indebolendo per molti è un elemento di ansia e di apprensione. Serpeggia l’ipotesi che il sistema economico nel complesso sia troppo sotto stress a causa di valori borsistici chiaramente gonfiati da tassi a zero delle banche centrali mantenuti troppo a lungo e da tutte le varie emergenze attualmente in atto. Anche il crollo della Cina di ieri aggiunge ulteriore senso di precarietà ad un sistema economico che sta affrontando sfide inedite.
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