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Salute

Farmaci e guerra: ansia che spariscano in Italia, incetta, quanto c’è di concreto

Incetta di medicine il nuovo allarme degli italiani. Scopriamo la verità su questo brutto risvolto della guerra in Ucraina.

La guerra in Ucraina è una pagina dolorosa della storia recente e sebbene le sanzioni siano state imposte alla Russia in realtà è tutto il mondo a patirne le conseguenze. Sappiamo bene come il rischio di penuria di energia gas e benzina sia forte. Recentemente ci si è resi conto che sono a rischio anche i generi alimentari e le sementi per l’agricoltura.

I dubbi sono forti su tanti comparti perché i blocchi di merci provenienti dall’Asia possono avere effetti importanti su tanti generi di prima necessità. Il pane la pasta sono a rischio. Secondo gli esperti in un primo tempo pane e pasta dovrebbero crescere di prezzo ma essere ancora disponibili. Eppure esiste la possibilità che ad un certo punto le risorse di grano si abbassino così tanto da rendere difficoltosa la produzione di questi due beni di prima necessità. Se purtroppo in varie parti d’Italia sta serpeggiando la psicosi legata ai supermercati con conseguenze anche molto negative una paura del genere si sta diffondendo anche riguardo i farmaci. Ma cosa c’è di vero riguardo all’idea che serpeggia su internet della penuria di farmaci?

Paura per i farmaci, facciamo chiarezza

La paura ovviamente è tanta perché l’idea di rimanere a corto di farmaci, specie di quelli più importanti chiaramente spaventa gli italiani e soprattutto con gli italiani che di quei farmaci hanno bisogno per vivere. Se Zitromax e Tachipirina erano quasi introvabili in varie parti d’Italia già prima della guerra, cosa può accadere adesso?

Eppure allo stato attuale le autorità pubbliche e private che si occupano di farmacologia sottolineano che non c’è nessun rischio per quanto riguarda l’approvvigionamento dei farmaci. Dunque allo stato attuale non si corre nessun rischio che le farmacie rimangano sfornite. Guardando al futuro si fa tutto più incerto e più indeterminato. La durata della guerra e l’eventuale acutizzarsi della crisi economica e dell’inflazione potrebbero spingere alcune aziende dell’indotto farmaceutico a chiudere.

Rischio per aziende farmaceutiche

Il rischio per i grandi colossi è quasi zero ma difficoltà nella produzione potrebbero arrivare da una strozzatura sul fronte di tutto quel materiale chimico e farmaceutico necessario per confezionare i farmaci. Ma queste al momento sono solo ipotesi perché come si ripete oggi tutta la filiera del farmaco non presenta criticità. Una guerra può potenzialmente interrompere la produzione di qualsiasi cosa ed il potenziale allargamento del conflitto alla Cina genera apprensione, ma questo non deve lasciare il posto ad un panico ad oggi ingiustificato.

Salvatore Dimaggio

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