Nuovi strumenti messi a disposizione dallo Stato per ottenere la pace fiscale. Quello su cui badare però sono le rate: bisogna fare attenzione e non perdere di vista il calendario.
Per i contribuenti italiani c’è da sapere che sono in arrivo nuove scadenze per arrivare alle cd pace fiscale. Ma alcune novità su un tema così caldo e importante bisogna conoscere alcune novità che sono inseriti nel decreto Sostegni ter, il nuovo testo di legge del Governo che ancora però deve essere convertito (dovrebbe arrivare entro il 28 marzo) .
Di fatto, con un emendamento di pochi giorni fa è stata fornita una nuova possibilità anche per chi era decaduto dal precedente giro di agevolazioni. Ora, invece, con Rottamazione ter e saldo delle cartelle si aprono nuove strade che i contribuenti dovranno sfruttare per ottenere vantaggi fiscali, e risparmiare qualcosa nel portafoglio.
Per chi non ha pagato le rate del 2020 e del 2021 della cd pace fiscale, lo Stato offre una nuova opportunità per sanare qualche problema con il Fisco. Si ricorda che il 14 dicembre 2021 sono usciti dalla pace fiscale oltre 500mila contribuenti. Un buon numero che ha dato respiro a tante famiglie che hanno un peso in meno sui conti familiari e per la testa. Ecco perché lo Stato ha pensato di offrire un’altra chance a chi è sfuggito alle rate del 2020 e del 2021 e per chi deve ancora pagare la rata del 2022.
Il nuovo calendario è stato così fissato: entro il 30 aprile 2022 si deve pagare la rate in scadenza nel 2020; a fine 31 luglio 2022, le rate in scadenza nell’anno 2021. Interessante sottolineare anche le rate che riguardano il 2022: entro il 30 novembre 2022, le rate in scadenza nell’anno 2022, quello in corso. Anche in questo caso, come già avvenuto in passato, si applicano i cinque giorni di tolleranza della pace fiscale. Quindi, scaduti i termini, al contribuente è concesso pagare la rata nel termine di ritardo concessi e il pagamento è valido allo stesso modo come se fosse stato effettuato prima. Dopo, si perderanno i diritti e le agevolazioni concesso dallo Stato per rimettere a posti i conti.
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