Reddito di Cittadinanza senza averne diritto: assolto dal giudice, sentenza rivoluzionaria.
Il Reddito di Cittadinanza è una salvezza per quel milione e passa di famiglie che ne beneficiano. Parliamo di famiglie in condizioni critiche che oggi dopo il covid e l’inflazione sono in condizioni ancora più precarie.
Eppure tra tante famiglie che lo percepiscono giustamente ci sono anche tanti furbetti che spesso fanno discutere. Una recentissima sentenza sicuramente sarà destinata a far molto dibattere sul reddito grillino.
I fatti sono successi a Mestre dove un cittadino originario del Marocco ha percepito per 7 mensilità il reddito di cittadinanza, ma poi se lo è visto revocare dall’INPS. L’INPS sottolinea che questo cittadino marocchino non ha tutti i requisiti necessari per percepire il reddito grillino. Il problema in questo caso non è l’ISEE ma è la residenza in Italia da almeno 10 anni. Questa condizione non era stata rispettata ed il Pubblico Ministero Buccini aveva chiesto la pena di 10 mesi. Il giudice però ha rilevato che in casi di questo genere non si può prevedere il dolo specifico ed in virtù di ciò non si è proceduto a nessuna pena.
In realtà vari imputati in processi del genere sono effettivamente già stati assolti sempre per la questione del dolo specifico.
In sostanza molti beneficiari del reddito di cittadinanza che l’hanno percepito indebitamente hanno persuaso il giudice che li giudicava di non aver effettivamente compreso i termini per avere il reddito e quindi di non aver agito in cattiva fede. Che questa sentenza sia il lasciapassare per tutti coloro i quali percepiscono indebitamente il reddito di cittadinanza? Le cose non stanno così e le tante sentenze di condanna di chi percepisce il reddito indebitamente lo confermano.
Ma la questione è effettivamente spinosa perché tante famiglie che percepiscono o non percepiscono il reddito di cittadinanza si trovano al di qua o al di là di questa sottilissima linea di confine per poco e di conseguenza spesso effettivamente non c’è malafede. Non a caso molti chiedono una semplificazione del meccanismo per accedere al reddito di cittadinanza proprio per evitare che venga erogato indebitamente e che cittadini effettivamente in buona fede si trovino nei guai. Ad ogni modo questa sentenza e quelle simili dimostrano che se si convince il giudice della propria buona fede la condanna non è assolutamente inevitabile.
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