Ecco che si manifestano le prima novità in base alla riforma della legge delega sul fisco. Sono numerose e importanti: non bisogna perdersele per entrare meglio nel meccanismo.
Sono numerose i cambiamenti contenuti nella legge delega sul fisco. Questo è un argomento che interessa la maggioranza di governo, formata, come noto, da sensibilità politiche che tengono in piedi la maggioranza guidata da Mario Draghi e dai suoi ministri. Sul punto, il partito di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, Lega e Forza Italia, hanno espresso le proprie perplessità sui temi della novità in tema di cedolare secca, aliquote e Flat tax. E in particolare sulle modifiche che provocano un segno più sulla tassazione, ad iniziare dalle conseguenze provocato dalle nuove leggi sull’abitazione, che portano anche ad più tasse.
Il regime forfettario esiste dal 2015, e prevede un diverso livello di tassazione: dal 5 al 15 per cento, in base ai diversi livelli di anzianità di iscrizione e di lavoro svolto. Questo regime si applica per i ricavi che non oltre passano i 65mila euro all’anno o, eventualmente, non superino i redditi che dichiarano oltre i 30mila euro all’anno. Per chi invece eccede questa somma si applica il cosiddetto regime ordinario, che prevede un livello diverso di pressione fiscale. Attenzione però: la riforma fiscale prevede un intervento legislativo proprio a riguardo. Per i primi due anni, così, i contribuenti saranno assoggettati ad un’aliquota poco poco superiore al 15 per cento, e solo dopo entreranno nella grande famiglia della tassazione ordinaria. Ancora però sul tema non si ha una certezza su come andrà a finire. Resta un’incognita, dunque, su due temi: la cedolare secca e sulla tassazione al risparmio.
Sono due argomenti che saranno affrontati nella prossima legge delega e che dunque ancora non sono stati affrontati a dovere da parte della maggioranza. Sulla tassazione a risparmio, le norme potrebbero inserire nel sistema una forma di omologazione nei confronti dei diversi regimi di tassazione, che, di fatto, potrebbe portare ad un allungamento nei confronti dei sistemi di tassazione che oggi pesano per il 12,5 per cento verso magari una doppia aliquota tra il 15 per cento e il 23 per cento.
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