I vari bonus edilizi erano stati il fiore all’occhiello del Governo Conte ed avevano permesso la ripartenza dell’economia in un momento veramente terribile.
Infatti è stato proprio grazie ai bonus sulla casa che il disastrato comparto dell’edilizia si è rimesso in moto e tanto danaro ha circolato nel Paese.
Purtroppo però insieme agli affari leciti, tanti imbroglioni e truffatori si sono arricchiti grazie a cantieri inesistenti e cessioni del credito completamente inventate.
Ormai Agenzia delle Entrate Guardia di Finanza stanno facendo controlli a tappeto ed emerge come proprio il bonus facciate sia stato il vero driver della maggior parte delle truffe.
Di conseguenza il Governo è intervenuto in modo durissimo. In finanziaria ha confermato tutti i bonus casa con la sola diminuzione di percentuale del bonus facciate, ma poi è intervenuto con la nuova normativa della cessione dei crediti che all’atto pratico si sta dimostrando praticamente ingestibile per quasi tutti i cantieri. La cessione dei crediti è troppo difficile ma anche Poste Italiane ci mette del suo. Infatti il sito di Poste Italiane ha diminuito il plafond non accetta tante cessioni e sta creando parecchi grattacapi all’industria edile.
Ma ci sono due cose che spaventano anche di più di Poste Italiane che non accetta il credito. La prima sono i controlli a tappeto nei confronti anche degli onesti che chiedono il bonus casa: controlli penetranti e durissimi soprattutto a carico dei tecnici asseveratori che rischiano addirittura 5 anni di detenzione persino per un banale errore. Dunque controlli a raffica che stanno fermando i cantieri: il rischio che le aziende edili falliscano diventa altissimo. Ma c’è un altro allarme che rischia di far fallire le imprese edili e di aumentare la disoccupazione nel nostro paese, già altissima. “Così finisce il bonus e noi chiudiamo”, dicono inascoltati dal mondo dell’edilizia.
Questo rischio è legato all’aumento delle materie prime. Infatti l’aumento delle materie prime nel mondo dell’edilizia è davvero fortissimo ed il prezzario mite con i massimali aumentati del 20% ormai è già obsoleto. Il 20% di aumento rispetto a 12 mesi fa è davvero pochissimo rispetto ai reali aumenti delle materie prime che sono stati una vera stangata. Ma il vero problema è che il settore edile potrebbe sprofondare in una crisi nera che andrebbe a moltiplicare i disoccupati italiani senza tutele. Infatti molti economisti sottolineano con forza come la mancanza di reti di protezione per i più deboli siano tragiche nell’attuale fase di pre-recessione.
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