Guai in vista per i risparmiatori che hanno investito su Poste italiane e i “suoi” Buoni fruttiferi. Ecco perché c’è qualcosa che non funziona.
ANSA, MAURIZIO BRAMBATTI, RomaI buoni fruttiferi di Poste Italiane sono ritornati sul mercato e sembrano interessare molto i cittadini e gli utenti italiani, i quali da sempre sono molto attenti a sistemi di risparmio. Soprattutto in tempi di incertezza e paura per il futuro, riuscire a farsi un gruzzoletto può diventare decisivo per le nuove generazioni. In passato hanno riservato grandi sorprese a chi ha risparmiato per poi ritrovarsi una piccola cassaforte a cui attingere dopo qualche anno di attesa e qualche sacrificio. E a goderne i frutti spesso sono stati figli e nipoti. Adesso Poste Italiane ha messo a disposizione un nuovo strumento che rischia di allettare molti clienti e che rappresenta una novità rispetto agli strumenti precedenti. Qualcosa però sembra non tornare.
Chi possiede i Buoni fruttiferi postali può farsi tornare indietro la somma quando è passato un po’ di tempo. Questo tempo cambia in base alla serie del buono stesso, ed è possibile identificarlo con una serie di codici numerici. Ma in mezzo, nella realtà, ci sono numerosi casi di errori e discrepanze che provocano incongruenze nei calcoli e informazioni sbagliate a danno di piccoli investitori. Ecco perché oggi i Buoni fruttiferi postali sono al centro dell’attenzione dei risparmiatori. In particolare, i risparmiatori delle Province di Venezia, Verona, Treviso e Vicenza hanno sottoscritto alcuni buoni fruttiferi postali certi che avessero davanti dei titoli con termine di 20 anni. Trascorso il tempo, presentatisi all’ufficio postale per l’incasso, la notizia che è stata comunicata è stata completamente diversa: non solo i buoni della serie AA1 e AA2 avevano una scadenza di 7 anni (anziché 20 come gli era stato all’origine riferito), ma ormai erano anche passati i 10 anni di prescrizione. Una beffa di dimensioni enormi.
Poste Italiane ha risposto dicendo che nulla era più dovuto ai consumatori, i quali non erano a conoscenza del fatto che le condizioni dell’acquisto era segnate in un foglio integrativo che non era stato loro sottoposto. I casi non sono pochi e si registrano iniziative l’associazione “Consumatori 24”, secondo cui sarebbe possibile ottenere restituzione.
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