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Lavoro

Lavoro, tra gli italiani mancano le competenze, dicono gli imprenditori

Secondo alcuni imprenditori, le aziende non riescono ad assumere dipendenti perché tra gli italiani mancano le competenze

(Ansa/Franco Silvi)

In un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo vivendo, la ricerca del lavoro è fondamentale per ottenere una mansione che permetta di affrontare i costi della vita. Proprio per questo, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese ha raggiunti livelli record, con gravi conseguenze per molte famiglie italiane.

Tuttavia, secondo alcuni imprenditori, nonostante la crisi sono gli italiani a non avere le competenze per lavorare. Dopo quasi due anni di pandemia, infatti, il mercato del lavoro ha subito un colpo fortissimo, ma tuttavia molte aziende hanno difficoltà a trovare dipendenti.

Secondo alcuni imprenditori, tra gli italiani mancano le competenze per poter lavorare

Il problema maggiore per le aziende che non riescono a trovare dipendenti sembra essere quello della mancanza di competenze tra i candidati. Molti degli aspiranti lavoratori, infatti, non soddisfano i requisiti richiesti dall’azienda che vuole assumere. Questo, quindi, porta ad un’importante mancanza di forza lavoro.

Secondo molti imprenditori e titolari d’azienda che si occupano in prima persona dell’assunzione di nuovi dipendenti, vi è un importante disallineamento tra domanda e offerta. Molte imprese, infatti, non riescono a trovare il personale con le corrette competenze, adeguate a quelle che saranno poi e mansioni lavorative da ricoprire.

Si tratta delle cosiddette “soft skills”, ovvero competenze trasversali, che sembrano mancare del tutto nella maggior parte dei candidati che cercano lavoro. In particolare, le abilità che mancano di più sono proprio quelle tecnologiche e digitali, importantissimi nell’era moderna fatto di dispositivi hi-tech e mezzi automatizzati.

(Pixabay)

“Sembra bizzarro – dice Vincenzo Sette, direttore di UeCoop, intervistato da Today.it – che manchino proprio le competenze digitali in un periodo come questo. Ma il fatto che i giovani crescano con smartphone e pc non li rende preparati da quel punto di vista”. Dunque, serve formazione professionale e impegno che la normale vita quotidiana, anche con la costante presenza dei classici dispositivi digitali, non può dare.

La soluzione, infatti, sembra poter essere solo una: formazione. Un continuo e costante studio, trainato dai giusti e massicci investimenti economici (anche da parte dello Stato) può dare ai lavoratori quelle competenze necessarie per farsi strada nel mondo del lavoro e ottenere posizioni ricercate e ben remunerate.

Gianluca Merla

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