La condizione delle casalinghe in Italia è veramente degna di attenzione.
Le casalinghe e i casalinghi fanno un lavoro continuativo e massacrante per il quale non ricevono stipendio e neppure pensione.
Quello della casalinga è un lavoro bello ma anche usurante eppure fino ad oggi non era mai stato considerato meritevole di alcun tipo di tutela.
Tuttavia sta girando con forza una notizia secondo la quale ci sarebbe un bonus da addirittura €500 al mese per tutte le casalinghe.
Questa notizia ha un fondo di verità, ma è meglio capire bene di che cosa si tratta. Effettivamente l’INPS prevede un assegno sociale di 468,10 euro. Questo assegno sociale viene versato tutti i mesi alle casalinghe ma ci sono precisi paletti per fruire di questo assegno sociale. Quindi innanzitutto parliamo di un assegno sociale erogato stabilmente e non di un bonus una tantum come l’ormai famoso bonus €200 ma è anche importante capire che questo assegno sociale comunque sia non è per tutte le casalinghe. Innanzitutto c’è una questione di reddito. Per l’assegno sociale c’è bisogno che il proprio reddito massimo sia di €6000 annui.
I €6000 annui diventano €12000 se si è coniugati. Ma l’assegno sociale per le casalinghe o per i casalinghi è una misura che non viene erogata al posto dello stipendio. Magari ci fosse un vero e proprio assegno sociale erogato alle casalinghe o ai casalinghi al posto dello stipendio. Da tempo si chiede ma il governo e nessuna forza politica ha mai preso in considerazione questa giusta richiesta. L’assegno sociale per le casalinghe e per i casalinghi si ha a partire dai 67 anni. Dunque questo assegno sociale è una sorta di pensione pensata per chi ha un reddito molto basso e avendo fatto sempre la casalinga o il casalingo non ha mai potuto versare dei contributi.
Quindi si tratta di una pensione veramente misera che è certamente qualcosa ma che è davvero bassa rispetto a simili misure previste in altri paesi europei decisamente più sociali e più attenti alle fasce deboli. Da tempo in Italia c’è bisogno di misure più sociali a tutela delle fasce deboli, ma ultimamente la retorica politica va in senso opposto e punta a togliere gli aiuti e sussidi al posto di aggiungerli.
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