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Bonus

Assegno governativo: 5000€ no ISEE, nelle tasche degli italiani, gara a richiederlo

In questo periodo il Governo ha necessità di rivitalizzare i consumi degli italiani.

Le famiglie giustamente non spendono più a causa degli stipendi sempre più bassi e precari e del costo della vita sempre più alto.

ANSA/ETTORE FERRARI

Mentre gli italiani stanno chiedendo con forza il Reddito di Base europeo, arriva uno stimolo alla spesa da ben 5000 euro per far tornare le famiglie a spendere.

Assegno governativo

In effetti le famiglie italiane hanno contratto pesantemente la spesa e molti sostengono che finché non ci sarà un reddito di base garantito a riportare serenità nelle famiglie, il calo dei consumi sarà inevitabile.

Pixabay

Ad ogni modo il Governo vara questo bonus per andare a sostenere le famiglie in una spesa importante ma anche costosa. Ma questo bonus governativo ha anche un altro scopo: quello di sostenere un settore industriale che è stato davvero fortemente colpito da crisi, covid ed inflazione. Stiamo parlando del settore automobilistico. Infatti oggi si vendono sempre meno auto appunto perchè la gente senza garanzie per il futuro non vuole spendere, ma anche perchè produrle diventa sempre più difficile.

Come ottenerlo

Questo intervento governativo focalizzato su auto a moto è noto come bonus auto e vale fino a 5000 euro. Ovviamente i 5000 euro spettano se si compra un’auto elettrica e si rottama una vecchia auto inquinante. Invece la cifra scende se si acquista un’auto tradizionale e non si da indietro la vecchia auto inquinante. Dunque siamo lontani dai vecchi 10.000 euro del vecchio bonus auto. Ma ci sono dei problemi da sottolineare. Prima di tutto la piattaforma si è aperta il 25 maggio ed è già corsa a richiederlo. Il rischio è che tanti rimangano senza. Lo abbiamo già visto succedere con i vecchi bonus auto e con il bonus terme. Una gara di velocità dalla quale tanti restano fuori.

Il problema dei 180 giorni

Il Bonus auto ha anche un altro problema: quello dei 180 giorni. Vediamo di che si tratta. Secondo la legge che lo ha istituito devono passare massimo 180 giorni da quando si fa la richiesta sulla piattaforma a quando si ritira effettivamente l’auto. Ma qui scattano i problemi. Centottanta giorni può sembrare un termine lungo ma in realtà oggi con la crisi dei chip, i tempi per la produzione delle auto sono lunghissimi e tanti non ce la faranno a stare dentro questo termine. Si auspica una proroga.

Salvatore Dimaggio

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