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INPS, come ti possono portare via i soldi

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Edoardo Corasaniti

Non tutti sanno che l’Assegno Unico può essere incassato anche nel caso in cui ci siano figli maggiorenni che vivono a casa.  E c’è una procedura per riottenere i soldi persi da marzo scorso. 

(Inps, Roma)

L’assegno unico è di nuovo oggetto di una comunicazione da parte dell’Istituto nazionale della Previdenza sociale. In particolare, questa volta, è il tema del figlio maggiorenne che sembra interessare i cittadini italiani. E’ bene sapere che con Assegno Unico si intende la somma che lo Stato mette a disposizione per i figli a carico e che solitamente si riferisce a prole minorenne, quindi teoricamente incapace a mantenersi a livello economico in autonomia. In sostanza, che fanno parte del nucleo familiare e gravano sull’Isee. Ma non è sempre così, visto che c’è la possibilità di estendere il contributo anche in altri casi che sono dettagliati e inseriti nella impostazione della legge che ne disciplina l’erogazione.

Assegno Unico anche per figli maggiorenni: ecco come e quando

Ansa, Roma

Al di là del figlio a carico minorenne, lo Stato italiano garantisce un contributo anche alle famiglie che sostengono un figlio fino a 21 anni di età. Ma secondo alcuni criteri da rispettare in maniera categorica: il ragazzo deve seguire dei corsi di formazione oppure un normale corso di laurea, oppure svolga un tirocinio o un lavoro che non gli permette di arrivare a guadagnare 8mila euro, sia regolarmente disoccupato e iscritto presso i servizi di pubblico impiego, faccia il servizio civile universale, oppure sia portatore di handicap. In quest’ultimo caso non sono previsti limiti di età.

Come chiedere gli arretrati sull’Assegno Unico

Ans, Roma, MASSIMO PERCOSSI

Chi ne è beneficiario se ne sarà accorto: da marzo chi ha più benefici economici se li sta vedendo perdere sotto mano in virtù dell’assegno unico. Ma chi fa domanda entro il prossimo giugno potrà ottenere gli arretrati aggiunti da marzo scorso. L’Istituto nazionale previdenza sociale si occuperà del riconoscimento entro due mesi da quando è stata presentata la richiesta. E bisogna rispettare i tempi altrimenti si rischia di perdere quanto di diritto. Anche se, qualora la domanda sia stata presentato fuori tempo massimo, si può ottenere il conguaglio entro la fine dell’anno.

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