Il Governo porta avanti la sua dura lotta al denaro contante per eliminare l’evasione fiscale.
Ma dal primo luglio cambia tutto per quello che concerne i contanti e i pagamenti e si tratta di una vera rivoluzione.
Una rivoluzione che mette gli italiani in una situazione completamente nuova. Vediamo cosa cambia. In realtà questa rivoluzione che parte dal primo luglio è stata già preceduta da norme che già oggi limitano l’utilizzo del contante per quello che riguarda i pagamenti.
Infatti è già attiva la soglia massima dei 2.000 euro per i pagamenti in contanti.
Questo significa che già oggi chiunque paghi in contanti dai €2000 in su rischia una multa molto molto salata. Questa situazione vale fino alla fine del 2022 infatti dal 2023 la soglia per il pagamento in contanti scatta mille euro e quindi basterà fare un pagamento di €1000 per ricevere questa multa. Ma gli Italiani devono sapere anche che sono già oggi monitorati attentamente sul conto corrente. Infatti la cosiddetta super anagrafe dei conti correnti dell’Agenzia delle Entrate permette il fisco di tenere sotto controllo i conti correnti le carte di credito e il bancomat degli italiani.
Quindi già oggi qualsiasi movimento anomalo sul conto corrente viene documentato, archiviato ed eventualmente far partire pesanti controlli fiscali. Lo scopo ovviamente è sempre quello di contrastare il riciclaggio di denaro sporco e soprattutto l’evasione fiscale. Ma cambia tutto per quello che riguarda i pagamenti in negozio: fino ad oggi infatti, commerciante e cliente potevano liberamente mettersi d’accordo sulla modalità di pagamento preferita. Fino al 30 giugno si può pagare indiscretamente con carta di credito contanti o bancomat. Ma dal primo luglio il commerciante è obbligato ad accettare i pagamenti con carta e bancomat, altrimenti riceverà una multa proporzionale all’importo speso dal cliente.
Se per i commercianti il divieto di pretendere il contante è una brutta notizia per i clienti diventa un diritto in più. Infatti chi vorrà pagare con carta e bancomat non potrà subire un rifiuto da parte del negoziante.
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