Una misura del dimissionario Governo Draghi potrebbe in qualche modo aumentare le buste paga dei lavoratori. Sarà la volta buona?
A causa al taglio del cuneo fiscale previsto dal decreto Aiuti bis ci potrebbe essere un aumento fino a 200 euro per chi lavora.
Il provvedimento a cui l’esecutivo guidato da Mario Draghi sta operando nel nuovo dl Aiuti prevede di alzare il netto in busta paga grazie al taglio del cuneo contributivo. Per ora però è bene specificare che si tratta di ipotesi, e come ha dichiarato anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando, “non ci sono ancora i numeri definitivi”.
Ad ora l’ipotesi più gettonata è quella di inserire un altro taglio dei contributi a quello attualmente in vigore. Non più, dunque, bonus “esterni” in busta paga, ma si alza il netto tramite uno sgravio contributivo. L’aumento del netto in busta paga potrebbe passare attraverso il taglio dei contributi. Ma come funziona lo sgravio contributivo? I contributi previdenziali sono versati in parte dal datore di lavoro e in parte dal lavoratore stesso tramite trattenuta direttamente in busta paga, per un totale che arriva al 33% della retribuzione. Nel settore privato la quota a carico del lavoratore è pari al 9,19%, nel pubblico 8,80%. Il taglio dei contributi previsto dal nuovo decreto Aiuti abbasserebbe questa quota.
Da gennaio e fino a dicembre 2022 è in vigore un taglio dei contributi dello 0,8%, che si applica solamente per alcuni lavoratori dipendenti, ossia per coloro che hanno una retribuzione mensile lorda non superiore a 2.692 euro al mese, che equivale a poco meno di 35 mila euro l’anno, parametrata su 13 mensilità. L’ipotesi più quotata, descritta anche dal Messaggero, è quella di replicare la misura introdotta con la Legge di Bilancio 2022, con un ulteriore taglio dei contributi a carico del lavoratore tra lo 0,8% e l’1%. Da settembre quindi ci dovrebbe essere un taglio dei contributi che nelle migliori ipotesi arriva all’1,8%. La platea dei beneficiari di questo aumento dello sconto sui contributi è la stessa che già usufruisce del taglio contributivo previsto dalla manovra, quindi lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro.
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