Il tempo dell’esecutivo è arrivato agli sgoccioli, ma c’è ancora da fare: Ecco l’ultimo “regalo” alle banche da parte di Mario Draghi
Il 25 settembre ci saranno le elezioni per votare la formazione del nuovo parlamento italiano. Dopo la crisi scatenata dal Movimento 5 Stelle (e sfruttata dal Centrodestra), Mario Draghi ha deciso di dimettersi, dando inizio alla crisi di governo, conclusasi poi con la caduta dell’esecutivo.
Tuttavia, come prevede la costituzione, il governo resterà in carica per sbrigare gli affari correnti e chiudere i dossier aperti. Dopo l’approvazione del decreto aiuti-bis. Il governo Draghi decide di fare un ultimo “regalo” alle banche. Ecco di che cosa si tratta.
Lo scorso 4 agosto il Consiglio dei ministri ha proceduto con l’approvazione della modifica allo statuto di Bankitalia riguardo il limite massimo alle quote che possono essere detenute dalle banche. Per alcuni si tratta di un piccolo regalo che Mario Draghi avrebbe voluto fare alle banche, ma si tratta di supposizioni che non hanno trovato conferma.
Con la legge n.5 del 2014, vi fu una rivalutazione del capitale di 7,5 miliardi di euro. Inoltre, le quote che potevano essere detenute dalle banche vennero fissate al 3%. Si trattò di una decisione legislativa piuttosto controversa, in quanto si permise alle banche italiane di cedere le proprie quote a prezzi superiori, in modo da registrare plusvalenze che permisero di ingrossare i profitti.
Con l’operazione messa in piedi da questo attuale governo, invece, ogni socio potrà avere quote per un limite massimo fissato al 5%, dunque un aumento del 3%. Ogni socio, quindi, potrà detenere un massimo di 15.000 quote, molto superiori alle 9.000 quote che rappresentavano il limite precedentemente stabilito.
Tra i soci che ne trarranno beneficio ci sono: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti, Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri, Cassa Nazionale di Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti.
Ma chi beneficerà maggiormente dei dividenti erogati da Bankitalia sarà lo Stato. Le casse statali, infatti, hanno visto introiti di circa 28,5 miliardi, più 6 miliardi circa rappresentati da imposte di competenza.
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