L’istituto previdenziale sta eseguendo una serie di verifiche sui requisiti di chi può chiedere l’agevolazione statale, o l’ha già chiesta e ottenuta.
L’Inps ha chiarito tutto: c’è la possibilità che chi ha già ricevuto il bonus di 200 euro nel mese di luglio, come lavoratori dipendenti (pubblici e privati), pensionati e titolari di reddito di cittadinanza, possa essere costretto a restituirlo.
L’istituto previdenziale sta infatti eseguendo una serie di controlli sui requisiti di chi può chiedere (o ha già chiesto e ottenuto) il bonus, come il reddito annuo entro i 35mila euro (riferito al 2021), sia per lavoratori che per pensionati, e l’aver usufruito dello sgravio contributivo dello 0,8% nei primi sei mesi dell’anno (entro il 23 giugno 2022).
L’Inps ha erogato il bonus in questione – una misura una tantum ideata dal governo Draghi per far riguadagnare potere d’acquisto a stipendi e pensioni – in modo automatico a tutti i lavoratori dipendenti, pensionati e titolari del reddito di cittadinanza, riservandosi però la possibilità di richiederlo indietro se dovessero mancare i requisiti. Nel caso in cui, invece, pur soddisfacendo i requisiti minimi, non lo si fosse ricevuto, è possibile presentare domanda di spiegazioni all’Inps per capire il motivo per cui il pagamento non è stato effettuato. come riferisce in forma completa www.today.it
A ottobre scade, infine, il termine per presentare domanda all’Inps per avere il bonus di 200 euro per altre categorie di persone come lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali Inps; stagionali; autonomi privi di partita Iva e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie; co.co.co.; professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza; lavoratori iscritti al fondo pensione lavoratori dello spettacolo e incaricati alle vendite a domicilio con partita Iva.
E le partite Iva? Il decreto ministeriale con lo sblocco dei pagamenti è stato firmato, e a questo punto va soltanto fissato il click day. La probabile data è il prossimo giovedì 15 settembre, anche se ancora non si hanno certezze. Le partite Iva dovranno fare una richiesta specifica alle proprie casse previdenziali, o in alternativa all’Inps, e ci sono alcuni dati che andranno riportati per far sì che la domanda venga accolta. Anche per loro sarà valido il limite reddituale di 35mila euro, a cui andrà aggiunto l’obbligo dell’iscrizione alle gestioni previdenziali dell’Inps o delle casse di appartenenza alla data di entrata in vigore del decreto legge 17 maggio 2022 n. 50 (decreto aiuti), con partita Iva attiva e attività lavorativa avviata entro la stessa data. Sarà inoltre importante aver effettuato, entro il 18 maggio, almeno un versamento, totale o parziale, per la contribuzione dovuta alla gestione d’iscrizione per la quale è richiesta l’indennità. Nel modulo sarà necessario riportare questi dati:
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