Il nuovo governo dovrà farsi carico del tema al più presto. Ecco perché il compromesso sulle pensioni potrebbe essere Quota 41
L’esito delle prossime elezioni risulterà essere determinante per quanto riguarda i pensionati italiani. Entro la fine dell’anno, infatti, dovrà essere varata una nuova riforma delle pensioni per evitare il più grande spauracchio dei cittadini e in particolare di queste categorie: il ritorno della legge Fornero.
Chi salirà al potere, dunque, dovrà farsi carico del tema al più presto, e ci sono già delle ipotesi in campo. Ecco perché il compromesso sulle pensioni potrebbe essere Quota 41.
La necessità del prossimo governo, di qualunque colore esso sarà tinteggiato, sarà quello di superare la Legge Fornero ed evitare il ritorno delle rigidissime regole che hanno caratterizzato quella controversa riforma. L’intenzione è quella di offrire maggiore flessibilità per l’uscita dal mondo del lavoro a partire da 62 anni, con almeno 41 di contributi. Sono molti a pensare che una delle ipotesi potrebbe essere Quota 41.
La proposta è quella di consentire la possibilità di andare in pensione con un’età ridotta rispetto a quella prevista dalla legge. Oggi è possibile ottenere la pensione anticipata grazie al possesso di almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per i lavoratori e 41 anni e 10 mesi di contributi per le lavoratrici.
Con Quota 41 l’intenzione è quella di diminuire la soglia prevista di un anno e 10 mesi circa (10 mesi per le donne). “Quota 41 potrebbe essere utile solo a poche generazioni – ha spiegato Annamaria Furlan, ex segretaria della Cisl – Lascerebbe scoperti i giovani.” Secondo la candidata del pd, infatti, l’attuale instabilità del lavoro in Italia candida i giovani ad essere futuri anziani poveri.
Tuttavia, Quota 41 può essere già accessibile per alcune categorie di lavoratori. Coloro che sono in possesso di contribuzione con almeno 12 mesi di versamenti antecedenti al compimento di 19 anni, al 31 dicembre 1995, possono usufruire di questa possibilità. Tuttavia, possono accedere solo chi è disoccupato e non ha l’indennità di disoccupazione da almeno tre mesi, gli invalidi civili con 74% e oltre di invalidità, chi presta cure ad un familiare non meno di sei mesi.
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