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Pensioni

Pancia e cosce grosse ora danno diritto alla ricca pensione anticipata ma solo a certe condizioni

In Italia tante persone hanno problemi più o meno gravi di obesità.

L’obesità è un qualcosa di molto diffuso nella popolazione italiana e secondo le ultime ricerche sono veramente tanti quelli che ne soffrono.

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L’obesità non è necessariamente qualcosa di grave perché ci possono essere tante sfumature diverse di questa condizione.

Una nuova normativa INPS più sensibile al tema dell’obesità

Eppure oggi l’INPS ha un’attenzione tutta particolare nei confronti dell’obesità e quindi diventa molto più facile beneficiare della pensione anticipata se si ha questa condizione.

Pixabay

Ovviamente non basta qualche chiletto di troppo per poter avere la pensione anticipata però gli esperti del mondo della disabilità sottolineano come la commissione INPS oggi sia molto più sensibile riguardo questo genere di patologie. Infatti quando si ha l’obesità è importante che sia il medico di base a fare la richiesta all’INPS per poter ottenere l’invalidità. Anche se è il medico di base a fare la richiesta all’INPS sarà poi comunque la commissione medica dell’INPS a quantificare l’invalidità.

Invalidità necessaria, ma viene giudicata in modo nuovo dalla commissione

Infatti l’invalidità deve essere di almeno il 74% perché ci possa essere il pensionamento anticipato. Eppure oggi ottenere 74% di invalidità se si ha l’obesità non è così difficile come poteva esserlo un tempo. Quando si accede al 74% di invalidità il lavoratore può fare ricorso ad APE sociale. Con APE sociale si può andare in pensione a 63 anni se si hanno 30 anni di contributi. Ma oltre a questa via per andare in pensione con l’obesità c’è anche quella di quota 41. Ma quota 41 è molto più sconveniente perché presuppone 41 anni di contributi versati e poi presuppone anche l’appartenenza ai lavoratori precoci.

Aiuti molto più ricchi in questi casi

Ma è molto importante capire che se al posto del 74%, si ha almeno l’80% di invalidità si può andare in pensione con soli 20 anni di contributi ma questo vale soltanto per i lavoratori privati. Come dicevamo c’è bisogno che il medico faccia la richiesta all’INPS ma poi è solo la commissione medica dell’Inps che può quantificare l’invalidità. Quando l’obeso riceve l’assegno ordinario di invalidità è come se andasse in pensionamento anticipato. Proprio per questo chi riceve l’assegno ordinario di invalidità può scegliere se continuare a lavorare pur percependo l’assegno oppure smettere di lavorare ed aspettare poi la pensione ordinaria a 67 anni.

Salvatore Dimaggio

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