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Economia

Gas triplica novembre-dicembre: “panico” Russia e Cina ci giocano lo scherzo più terribile

La Cina sceglie di schierarsi al fianco di Putin: niente forniture di gnl all’Unione Europea.

Il problema dell’ approvvigionamento del gas resta un problema importante per tutta l’Unione Europea. Quello proveniente dalla Russia si è ridotto quasi al minimo. I vari pacchetti di sanzioni verso Putin hanno portato quest’ultimo a rivedere le esportazioni di gas verso l’Europa. Bruxelles aveva ipotizzato un price cap dinamico per il gas ma al momento sembra non esserci l’accordo di tutti i Paesi che fanno parte dell’UE. Le perplessità sono ancora tante ma nel frattempo bisogna necessariamente trovare una soluzione per non rischiare di passare un inverno al freddo o al massimo meno riscaldato degli anni precedenti. Putin dalla sua parte ha anche un colosso come la Cina.

La Cina sta con Putin: niente gas alla UE

Cosa è il price cap dinamico del gas?

La Commissione europea propone di introdurre un price cap dinamico e temporaneo al gas. Questo per evitare una volatilità del prezzo eccessiva così come le speculazioni che gravano sul consumatore finale in bolletta. Il price cap dinamico ipotizza che non ci sia assenza di forniture e si verifichi uno scambio tra domanda e offerta di gas. La misura prevede la creazione di una sorta di corridoio dinamico basato sul valore base della materia prima che può essere rivisto in base al costo dei combustibili fossili in altri mercati e rispetto al quale saranno ammesse fluttuazioni del prezzo al rialzo o al ribasso di diversi punti percentuali. In attesa di capire la fattibilità di questa proposta, l’UE sta cercando gas naturale liquido diverso da quello russo. Dalla Cina è arrivata una pessima notizia.

Gas, la Cina frena forniture all’Europa

Dicevamo come dalla Cina sia arrivata una doccia fredda per Bruxelles. Il governo cinese ha infatti detto no all’esportazione di GNL verso l’Europa. Alla base di questa decisione c’è il rapporto quasi fraterno tra la Cina e Russia che hanno molti interessi economici insieme. Tra questi c’è quello legato alle risorse energetiche non rinnovabili. La Cina ha nella Russia il principale fornitore di gas. Tale gas, fino a poco tempo fa, veniva poi rivenduto all’Europa a prezzi ben tre volte più alti. In pratica era come se l’Europa acquistava sempre gas russo ma proveniente di fatto da un altro Paese. Anche questa mossa è stata definitivamente naufragata. L’Europa si trova di fronte ad un problema grave che rischia di avere delle ripercussioni economiche non di poco conto.

Bruno Galvan

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