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Partita Iva: beffa e stangata, devi versare contributi anche SENZA incassi

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Gianluca Merla

Brutte notizie per coloro che hanno aperto una Partita Iva: arriva la beffa dei contributi da versare anche senza incassi

Avere la Partita Iva in Italia non è mai stato facile. Tra incertezza lavorativa e tasse da pagare, infatti, la decisione di mettersi in proprio e diventare un libero professionista non è affatto semplice.

(Partite Iva, devi pagare sempre/Ansa)

A complicare le cose per le Partite Iva potrebbe essere l’arrivo di un ulteriore beffa che aumenterebbe i costi per i professionisti. Chi ha una Partita Iva, infatti, deve versare i contributi anche senza aver incassato nulla. Vediamo perché.

Versare i contributi anche senza incassi: ecco la beffa per chi ha la Partita Iva

Secondo quanto stabilito all’interno del sistema previdenziale italiano, è sufficiente avere la propria attività ufficialmente aperta per “dimostrare” che ci siano dei guadagni attivi. Secondo questa logica chi ha una Partita Iva dovrebbe versare i contributi anche senza incassi, in quanto la propria attività presume un reddito minimo annuo. Una vera e propria beffa.

La stangata è indirizzata soprattutto ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione artigiani e commercianti dell’INPS. Diversamente da coloro che sono iscritti alla gestione separata (i quali devono pagare i contributi solo sul reddito effettivamente guadagnato), questi avranno dei costi in più.

Questi lavoratori dovranno pagare contributi all’Inps calcolati sul reddito minimale, il quale viene fissato ogni anno dalla cassa previdenziale. Nel 2022 questo ammonta a 16.243€: nel caso si superi questo minimale, servirà pagare i contributi anche sull’eccedenza.

(Partite Iva, devi pagare sempre/Ansa)

È possibile saldare i pagamenti in tre rate che corrispondono ad altrettante scadenze:

  • 16 maggio 2022;
  • 22 agosto 2022;
  • 16 novembre 2022;
  • 16 febbraio 2022.

Per quanto riguarda, invece, l’ammontare delle aliquote da pagare, per i commercianti con un’età maggiore a 21 anni questa ammonta al 24,48%. L’importo minimo da versare, quindi, ammonta a 3.976,29€ all’anno. Servirà poi aggiungere 7,44€ relativi alla maternità (per un totale di 3.983,73€ da pagare in quattro rate). Le quattro aliquote da pagare, quindi, ammonteranno ognuna a 995,93€. In caso di eccedenza rispetto al limite di 16.243€, bisognerà pagare la differenza in sede di dichiarazione dei redditi.

Dunque, coloro che hanno una partita Iva e sono iscritti alla gestione artigiani e commercianti devono versare sicuramente i contributi Inps, i quali verranno calcolati sul reddito minimale.

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