Il nuovo Governo è assolutamente contrario all’RdC, in particolare Giorgia Meloni ha bocciato la misura così come è attualmente in vigore: sospeso per 6 mesi a 900mila persone.
Giorgia Meloni, già durante la campagna elettorale, ha espresso la sua ferma contrarietà nei confronti dell’RdC che avrebbe avuto come effetto collaterale quello di aumentare il fenomeno del parassitismo, con tutte le conseguenze del caso sul settore lavoro soprattutto per quanto riguarda i lavoratori stagionali.
Ora in molti si chiedono se il nuovo esecutivo decida realmente di sospendere la misura così come proposto dal leader della Lega, Matteo Salvini.
Nello specifico, nel disegno del nuovo Governo l’intento sarebbe quello di operare una revisione della misura destinandola a fasce di popolazione diverse. Com’è chiaro anche gli obiettivi sarebbero mutati. Nello specifico, l’indennità sarebbe destinata solamente ai soggetti che presentano una comprovata difficoltà nel prestare attività lavorativa. Di conseguenza, ciò vale a coloro che sono affetti da patologie particolarmente gravi, disabilità e così via.
La misura invece sarà abolita nel caso di cittadini che sono in grado di lavorare. Le risorse saranno destinate a finanziare interventi di particolare priorità che riguardano in particolare il contrasto al caro bollette. La Meloni, infatti, a tal proposito ha detto che i soldi sono pochi e di conseguenza potranno servire ad intervenire per contrastare in maniera efficace il caro bollette.
Va detto che in questi giorni Matteo Salvini ha proposto di sospendere l’assegno per 6 mesi a circa 900 mila percettori che sono già in grado di lavorare fin da subito e che percepiscono da oltre un anno e mezzo. Le risorse poi potrebbero essere destinate per introdurre Quota 41.
In ogni caso, questa ipotesi sarebbe meno plausibile rispetto a quella proposta qualche giorno fa che contempla la revoca del sussidio nel momento in cui si rifiuta una sola offerta di lavoro. All’inizio dell’introduzione della misura invece la revoca era prevista dopo 3 offerte di lavoro rifiutate ridotte a due da Mario Draghi durante il suo Governo.
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