Le pensioni sono una delle questioni caldissime che deve affrontare il nuovo governo Meloni ma purtroppo arriva la notizia di una stangata del 5% su tutti ma proprio tutti i trattamenti pensionistici proprio a partire dal 2023.
Si sta parlando con ansia della nuova riforma delle pensioni e sulla rampa di lancio ci sono proprio quota 41 ma anche un rinnovo di quota 102 e anche si parla molto di quota 103. In sostanza secondo gli esperti per le pensioni dell’anno prossimo a fare la parte del leone saranno proprio quota 41 e anche quota 103.
Ma il vero problema è per chi in pensione ci è già. Infatti chi è già in pensione dall’anno prossimo avrà un taglio dell’assegno pensionistico pari al 5%. Inizialmente il ministro Giorgetti aveva parlato di un aumento delle pensioni dell’anno prossimo pari al 7,3%. Era da tanto che si discuteva di questo sperato aumento delle pensioni e alla fine il ministro Giorgetti ha stabilito proprio l’aliquota del 7,3% per la rivalutazione delle pensioni a partire da gennaio.
Questa aliquota è stata stabilita dal ministro Giorgetti che l’ha prontamente comunicata all’INPS. Ma proprio qui sono nati i problemi. Infatti le associazioni a tutela dei consumatori hanno fatto subito notare come in realtà l’inflazione reale sia oltre il 12%. Infatti secondo gli ultimi dati forniti dall’ISTAT l’inflazione reale in Italia ormai è ben oltre il 12%.
Di conseguenza un aumento delle pensioni di solo il 7,3%, quando l’infrazione reale è del 12%, significa una cosa sola e cioè che dal punto di vista del potere di acquisto reale delle pensioni, queste diminuiscono di circa il 5%. Questo significa che dall’anno prossimo le pensioni non saranno più ricche come era stato inizialmente annunciato, ma al contrario saranno più povere proprio del 5%.
Concretamente quando un pensionato andrà a fare la spesa al supermercato o quando andrà a pagare la rata del mutuo o quando ancora dovrà andare a comprare dei medicinali, avrà un potere di acquisto diminuito del 5%. Quindi in sostanza per le pensioni dell’anno prossimo non ci sarà nessun aumento concreto ma solo numerico e fittizio.
Un aumento concreto sarebbe stato quello di portare le pensioni ad un più 12%, ma questo non è stato fatto purtroppo. La speranza è quella che il governo ci ripensi ed aumenti le pensioni ad un più realistico 12% per agganciarle davvero all’inflazione reale. Ma il timore dell’esecutivo è che facendo così si possa creare una spirale inflazionistica.
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