Nelle settimane scorse era stata molto discussa la decisione del Governo Meloni di eliminare lo SPID. Ora le note di questo discorso sono profondamente cambiate e invece di togliere lo SPID si intende cambiarlo e farlo evolvere. Andiamo a vedere quali sono le proposte del Governo italiano in merito alla permanenza e ai cambiamenti apportati allo SPID nei prossimi tempi.
A dirlo era stato Alessio Butti, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione Tecnologica: lo SPID sarebbe stato eliminato. Parole forti da parte di un rappresentante del Governo in carica, specie se consideriamo con quanta fatica il Sistema Pubblico di Identità Digitale era entrato nella vita di tutti gli italiani. Il suo spegnimento avrebbe portato alla necessità di creare un nuovo modo con cui gli italiani avrebbero potuto interfacciarsi con la Pubblica Amministrazione per i suoi servizi online.
La frase di Butti è stata quindi in seguito riformulata: lo SPID non verrà eliminato, ma dovrà cambiare ed evolversi. L’iter è stato lo stesso che si è verificato con la modifica al regolamento per i pagamenti col Pos. Anche in questo caso il Governo è tornato indietro sulle sue decisioni, puntando su un’evoluzione e un cambiamento di un sistema già esistente piuttosto che crearne uno nuovo da zero.
La portesta contro la decisione di spegnere lo SPID
Il cambio di rotta di Butti è stato dettato dal fatto che le sue parole sono state accolte dalla protesta di molti di quei 33 milioni di italiani che attualmente hanno un’identità digitale SPID. Tramite lo SPID, queste persone hanno potuto fare moltissime cose. Mettersi in contatto con la pubblica amministrazione da casa propria, ricevere e inviare moduli importanti, richiedere bonus, e molto altro ancora. Lo SPID è diventato uno strumento incredibilmente comodo per moltissime persone, ormai difficile da abbandonare per qualcosa di nuovo.
L’obiettivo del Governo è quindi cambiato, dall’eliminazione del servizio a una sua rivoluzione, da rendere più semplice e immediato, in particolare per gli anziani. La grossa barriera per chi ancora non utilizza lo SPID è infatti la poca dimestichezza con i mezzi informatici. Da qui la necessità di rendere più semplice l’utilizzo da parte dei più anziani, che sono la categoria che meno riesce a interfacciarsi con il serivzio di identità digitale.
Il cambio di marcia del Governo sullo SPID
Così siamo passati da Alessio Butti, che durante la festa per i 10 anni di Fratelli d’Italia afferma: “dobbiamo cominciare a spegnere lo SPID”, a Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, che afferma come lo SPID sia “un patrimonio da salvaguardare” che “non può essere spento con facilità”. Resta da capire cosa intende fare il Governo con lo SPID. Se davvero la modifica necessaria si limita a una semplificazione dell’accesso e dell’interfaccia con cui usare lo strumento dell’Identità Digitale, o se occorrono altre modifiche.
Per il momento la situazione non è chiara, così come non è ancora chiaro quali siano nella pratica le modifiche che il Governo intende fare al sistema. Considerando gli impegni che Giorgia Meloni e la sua squadra di governo hanno in questo periodo, c’è da pensare che la discussione sarà rimandata ai mesi prossimi.