Il 2023 sarà un anno veramente di fuoco per le pensioni e cerchiamo di capire che cosa cambia sia per chi è già in pensione e sia per chi ci vuole andare.
La forte inflazione ha costretto il governo ad un adeguamento delle pensioni pari al 7,3%. Quindi teoricamente le pensioni da gennaio aumentano proprio del 7,3%, ma in realtà il governo sa benissimo che questo 7,3% è ben poca cosa rispetto ad un’inflazione al 12%.
Proprio per questo il governo di Giorgia Meloni è intenzionato ad operare una vera e propria rivoluzione sulle pensioni. Anzi, la rivoluzione è doppia perché non solo le pensioni aumenteranno ogni tre mesi ma proprio ad aprile arriverà la riforma delle pensioni vera e propria che cambierà tutto per chi vuole andare finalmente in pensione. Infatti il governo Meloni ha fatto sapere che a suo giudizio adeguare le pensioni all’inflazione ogni 12 mesi è veramente una campata troppo lunga ed espone i pensionati per tanto tempo ad avere una pensione che è chiaramente slegata dal reale costo della vita.
Quindi se l’aumento sulle pensioni del 7,3% di gennaio in realtà non appare effettivamente adeguato all’inflazione, nell’arco del 2023 ogni tre mesi ci sarà un aumento delle pensioni proprio per tenere sempre l’importo dell’assegno pensionistico perfettamente adeguato alla perdita di valore del danaro.
Quindi con questi aumenti ogni tre mesi le pensioni nell’arco del 2023 dovrebbero subire ben quattro aumenti diversi e quindi dovrebbero progressivamente allinearsi alla forte inflazione. Questa idea dell’adeguamento delle pensioni ogni tre mesi piace sia ai pensionati che anche alle associazioni di categoria ma la vera riforma delle pensioni dovrebbe arrivare nella prima metà del 2023.
Infatti il governo Meloni appena si è insediato è stato costretto ad una frettolosa riforma delle pensioni per l’anno 2023. Ma ormai è chiaro che la riforma varata per il 2023 non è assolutamente una riforma strutturale e che la vera riforma strutturale sarà presentata nella prima parte del 2023. Quindi il governo Meloni è già al lavoro sulla vera e propria riforma strutturale che permetterà agli italiani di andare in pensione in modo nuovo già nella seconda metà del 2023 oppure nel 2024.
Questa riforma delle pensioni prevista per la prima metà del 2023 sarà la vera e propria riforma strutturale che conterrà quelle misure che poi nel tempo andranno a consentire agli italiani di andare in pensione in modo anticipato. La quota 41 e la quota 103 dovrebbero essere le due strade per andare in pensione in modo anticipato ma non è ancora chiaro come queste due misure si comporranno tra loro e come eventualmente andranno a confluire in un unico tipo di pensione anticipata che potrà essere per tutti.
Tuttavia questa pensione anticipata che richiede una montagna di contributi fa storcere il naso a molti perché con la dura situazione del lavoro di oggi ben pochi potranno riuscire a poter avere effettivamente tutti quei contributi al momento del pensionamento. Proprio per questo oggi tanti polemizzano con la quota 41 o quota 103 proprio perché promette una pensione anticipata ma poi richiede tantissimi contributi.
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