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I tanti condoni della manovra Meloni rischiano di essere inutilizzabili, ultime novità

I tanti condoni della manovra Meloni rischiano di essere inutilizzabili, ma intanto iniziano a montare le prime polemiche.

E’ giovane, ma è troppo esperta di politica per non aspettarselo. Lo sapeva e si è preparata al meglio. Alla conferenza stampa di fine anno Giorgia Meloni non si è tirata indietro ed ha risposto a tutte le domande, anche le più scomode ovviamente. Ha difeso a spada tratta la manovra e a chi l’accusa di strizzare l’occhio all’evasione fiscale ha risposto piccatamene.

I tanti condoni della manovra Meloni (I Love Trading)

Ma al di là della risposta più o meno piccata, nelle pagine della manovra vi sono perlomeno 12 misure che ondeggiano liberamente tra condoni e sanatorie. Sarà davvero così? Oppure è la solita opposizione che alimenta le solite polemiche perché non altri argomenti da porre sul tavolo?

I tanti condoni della manovra Meloni e le prime polemiche

Niente di nuovo sotto l’italico sole. Succede sempre così, con le parti che si confrontano e si scontrano. La prima manovra del governo di centro – destra a guida Giorgia Meloni è ormai legge. E’ già sotto la lente di ingrandimento di giuristi, addetti ai lavori, illustri giornalisti, parlamentaristi e non ed ovviamente dell’opposizione. Fin dalla sua genesi, dalle prime parole di più o meno illustri rappresentanti di governo e della coalizione di centro destra, questa manovra sembrava strizzare un occhio, quasi due a coloro che nel corso degli anni erano apparsi un po’ “scorderelli” riguardo gli obblighi fiscali.

Su tale questione, nel corso delle settimane, si sono susseguite conferme da parte dell’opposizione e continue smentite da parte di componenti vicini, o vicinissimi, alla maggioranza. Si attendeva la stesura definitiva della Legge di Bilancio 2023 per poter poi dare un giudizio preciso su quanto riportato nella manovra. Nella conferenza stampa, canonica, di fine anno, la premier Giorgia Meloni ha decisamente rispedito al mittente l’accusa che la manovra favorisca l’evasione fiscale. E’ il suo rispettabilissimo giudizio, fatto sta che al suo interno vi sono 12 misure che emanano un odore inconfondibile di “tregua fiscale”.

Le misure sospette

Qualcosa è stato modificato in corso d’opera. Infatti è saltata la cancellazione automatica delle cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 inferiori a 1000 euro dopo che i sindaci si erano ribellati a tale misura per il fatto che la maggior parte degli importi delle suddette cartelle riguardano crediti dovuti dai cittadini e che i sindaci stessi sperano, almeno in parte, di recuperare. Altra questione che ha già acceso polemiche, e sicuramente continuerà a produrle di nuove, è la sanatoria per le società di calcio, la cosiddetta “salva calcio“.

Trattasi di una sorta di scudo fiscale che permetterà alle diverse società sportive di spalmare in 5 anni i versamenti Iva, pagando soltanto una piccola sanzione del 3%. Le diverse opposizioni si sono trovate per una volta d’accordo ed hanno aspramente criticato questa misura. Durissimo l’attacco del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha attaccato la premier, Giorgia Meloni, sottolineando come abbia smantellato il Reddito di cittadinanza per dare poi soldi a presidenti e dirigenti che hanno portato quasi alla bancarotta le società che hanno guidato.

I tanti condoni della manovra Meloni (I Love Trading)

E’ giovane, ma è troppo esperta di politica per non aspettarselo. Lo sapeva ed in fondo lei per prima, su certe misure probabilmente non era, non è e non sarà mai d’accordo. Ma ha due alleati che nonostante abbiano perso le elezioni, grazie a lei le hanno vinte e pretendono perfino che le loro istanze vengano ascoltate. Questa è la politica e Giorgia Meloni lo sa.

Stefano Vori

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