Vediamo le novità del governo per quanto riguarda il lavoro a tempo determinato.
Infatti il governo Meloni proprio per incentivare il lavoro vuole modificare le procedure di assunzione di lavoratori a tempo determinato in modo tale che la procedura sia più snella. In effetti come sappiamo la burocrazia in Italia è veramente tremenda e tante aziende che vorrebbero assumere dipendenti a tempo determinato hanno il problema dei tanti adempimenti burocratici.
Ma questa medaglia ha il suo rovescio. Infatti snellire l’iter per assumere un dipendente a tempo determinato potrebbe anche offrire il fianco a datori di lavoro più spregiudicati per approfittarsi del dipendente stesso. Quindi cerchiamo di capire che cosa sta preparando il governo per far fronte a questi problemi.
Le associazioni dei datori di lavoro hanno protestato perché ritengono che ci sia troppa burocrazia per assumere un dipendente a tempo determinato e la ministra Calderone ha sottolineato come il governo abbia già pronto un decreto per snellire l’assunzione a tempo determinato nel 2023.
Secondo la ministra calderone per assumere il lavoratore a tempo determinato con contratto di due anni ci sarà bisogno di una procedura molto snellita e bisognerà eliminare le causali di assunzioni obbligatorie per il periodo di 24 mesi. Nel decreto dignità i contratti a termine superiori a 12 mesi andavano giustificati da particolari causali.
Invece con il nuovo decreto la rimozione delle causali riguarderà tutti i contratti fino a 24 mesi ma al termine dei due anni il contratto potrà anche essere prorogato di un altro anno senza giustificazione. Quindi sostanzialmente i datori di lavoro saranno liberi di fare contratti a tempo determinato anche se non forniscono particolari giustificazioni. Ma questo potrebbe essere anche pericoloso.
Infatti i sindacati sottolineano che senza l’obbligo della giustificazione il datore di lavoro potrebbe optare per il contratto a tempo determinato in modo sostanzialmente ingiustificato. Attualmente il datore di lavoro se non rispetta gli obblighi di informazione relativi alle condizioni di lavoro può pagare una multa fino a €5000 mensili.
Ma col nuovo decreto sicuramente tutto cambia. Tuttavia bisogna valutare con attenzione questo nuovo decreto perché se snellisce l’iter burocratico da una parte, dall’altra secondo i sindacati rischia di ampliare le ipotesi di sfruttamento del lavoratore e sicuramente in un momento del genere questo potrebbe essere un grossissimo problema.
Anche perché di fatto in Italia non è mai partito il salario minimo. Quindi vista la mancanza del salario minimo e con minori tutele a garanzia dei lavoratori chiaramente i sindacati lamentano condizioni di lavoro che potrebbero diventare decisamente più penalizzanti. Se diminuiscono le tutele per i lavoratori e se le condizioni economiche diventano sempre più dure a causa dell’inflazione questa “sburocratizzazione” rischia di essere pericolosa.
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