Smart working 2023, si cambia, forse. Ma non per tutti e non dovunque. Lentamente si torna alla normalità, nella vita e nel lavoro. Forse.
La pandemia del 2020 è stata come uno tsunami che ha travolto tutto. In quel lungo periodo tanto lavoro è stato trasferito dagli uffici all’interno delle case. Si chiama smart working, per tanti una soluzione fantastica, per altri un autentico incubo. Sicuramente una novità.
Il mondo ha scoperto una nuova maniera di lavorare, che poi tanto nuova non lo era affatto ma che, applicata a centinaia di milioni di persone sparse ai quattro angoli del globo, simultaneamente collegate con i loro pc da casa, ha avuto un impatto decisamente diverso dal punto di vista pratico e mediatico.
La pandemia non ci ha soltanto cambiato la vita. Ci ha mostrato, e fatto conoscere, in modo coatto, un’altra maniera di vivere e di lavorare. In quel 2020, quando il mondo ha conosciuto, suo malgrado, il virus del Covid – 19, abbiamo vissuto per mesi in solitudine per evitare la diffusione del contagio. Si faceva tutto da casa. Solo qualche repentina sortita al supermercato o in farmacia per reperire “lo stretto indispensabile” e poi ritornare velocemente a casa. Lavoro, studio e gioco tutto avveniva via computer.
Ed abbiamo conosciuto nuovi termini che in quelle settimane sono diventati familiari, quali smart working, per il lavoro e Dad, per la scuola. Ogni componente della famiglia aveva il suo angolo, la sua inizialmente improvvisata postazione di lavoro che, con il passare dei giorni, è diventata sempre più attrezzata e altamente professionale. Sembra passata un’eternità, eppure è soltanto ieri. Lavoro e studio hanno riconquistato la quasi normalità. E se la Dad non c’è più, da qualche parte c’è ancora lo smart working.
Ora, però, c’è chi spinge verso il ritorno alla normalità. Il drastico calo dei casi gravi e, soprattutto, la massiccia campagna di vaccinazione nella maggior parte degli Stati hanno spinto le più grandi, e note, società del mondo a richiamare in ufficio i loro collaboratori. Uno dei primi è stato il vulcanico Elon Musk. Il geniale, ed imprevedibile, imprenditore di origini sudafricane già a giugno del 2022 si era rivolto, via mail, ai manager di Tesla, scrivendo loro che: “Chi vuole lavorare da remoto deve essere in ufficio almeno 40 ore a settimana o lasciare Tesla“.
Chiaro e conciso. Esattamente come il numero uno della Walt Disney…
Il 16 ottobre 2023 la Walt Disney Company compirà 100 anni. Aveva soltanto 22 anni Walt Disney quando l’ha fondata insieme a suo fratello Roy con il nome di Disney Brothers Cartoon Studio. Oggi è una multinazionale miliardaria guidata da Bob Iger. Ed è stato proprio il numero uno della Disney ad annunciare, anzi ad ordinare, ai dipendenti di ritornare in ufficio per quattro giorni alla settimana, a partire dal prossimo 1°marzo.
Ecco quindi che anche nella società più famosa del mondo si ritorna alla pressoché quasi normalità. Lo smart working ci ha fatto compagnia per quasi due anni, forse è arrivato davvero il momento di salutarlo definitivamente. Oppure è soltanto un arrivederci?
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