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Pensioni

Opzione Donna diventano tre e scatta la nuova convenienza, cosa cambia

Tante speranze ma anche tante polemiche relativamente alla riforma delle pensioni voluta dal governo Meloni.

Il governo Meloni infatti in campagna elettorale aveva promesso pensioni decisamente più umane per gli italiani e vediamo che cosa è poi successo relativamente ad opzione donna. Opzione donna c’era già l’anno scorso per le lavoratrici, ma Giorgia Meloni ha decisamente cambiato questo Istituto per poterlo rendere più vicino alle lavoratrici che dopo una dura vita di lavoro vogliano finalmente godersi un po’ di riposo.

Opzione Donna (I Love Trading)

La nuova opzione donna non ha fatto mancare neanche le polemiche visto che trattamenti diversi sono riservati alle donne che hanno figli rispetto a quelle che non ne hanno. Ma nel 2023 opzione donna cambia pelle e nella nuova variante del 2023 opzione donna sicuramente è qualche cosa di diverso rispetto al passato.

Una misura che cambia in modo forte

Quando la ministra Calderone ha annunciato il rinnovo di opzione donna anche per il 2023 molti pensavano che si trattasse di una mera riproposizione della misura del 2022. Infatti fino al 2022 con opzione donna potevano andare in pensione le lavoratrici dipendenti che avevano già compiuto 58 anni di età e che avevano 35 anni di contributi.

In alternativa potevano anche andare in pensione le lavoratrici autonome che avevano 35 anni di contributi e 59 anni di età. Ma il governo Meloni ha stravolto opzione donna e la proroga di opzione donna dunque non è stata scevra da polemiche.

Come funzionano le novità

I requisiti per poter accedere ad opzione donna nel 2023 devono essere perfezionati entro il 31 dicembre del 2022. Questa particolare normativa pone opzione donna del 2023 in netta continuità rispetto ad opzione donna degli anni scorsi. Eppure tante cose sono cambiate. Con la proroga di opzione donna il governo ha limitato questa uscita comoda dal lavoro alle invalide con almeno il 74%, ma anche a chi ha invalidi a carico.

Ma opzione donna è possibile anche per le lavoratrici licenziate o anche per quelle che rischiano di esserlo dato che operano in aziende che hanno già aperto un tavolo di trattativa per la crisi. Quindi la nuova opzione donna prevede l’uscita 58 anni per le licenziate e per chi lavora in azienda in crisi, invece per tutte le altre lavoratrici l’età è proporzionale ai figli.

I requisiti di età e contributi diventano differenziati

Infatti ci vogliono 60 anni di età e 35 anni di contributi se non si hanno i figli. Se invece la lavoratrice ha un figlio l’età scende a 59 anni e se ha avuto due figli scende ai 58 anni. Se i figli sono più di due l’età per uscire rimane sempre e comunque fissa a 58 anni.

Opzione donna triplica / I Love Trading

Dunque queste tre vie per usufruire di opzione donna sono sicuramente importanti per alcune lavoratrici ma per tante altre rischiano di essere troppo stringenti e troppo limitanti e dunque di fatto di essere poco utili. Staremo a vedere se le polemiche nate attorno ad opzione donna spingeranno il governo a qualche correttivo magari a metà dell’anno anche se appare poco probabile.

Salvatore Dimaggio

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