Il mondo del fisco e delle tasse è una vera e propria giungla e tanti cittadini effettivamente hanno un forte stress dal rapporto con la terribile burocrazia italiana.
Proprio per quanto riguarda le tasse e la burocrazia, gli italiani hanno una vera e propria avversione perché in Italia le tasse sono molto alte e soprattutto la burocrazia è inutilmente contorta. Tutto diventa ancora più contorto quando gli enti locali come per esempio i comuni e le regioni hanno un’autonomia impositiva.
Questo vuol dire che se già le tasse nazionali sono veramente un caos, le tasse locali diventano un’ulteriore caos ancora peggiore ed aggiuntivo e di conseguenza gli italiani realmente impazziscono dietro a scadenze e normative realmente assurde.
Quando ci si trova a confrontarsi con la pubblica amministrazione bisogna stare molto attenti. Infatti molto spesso si ricevono sanzioni che possono anche essere illegittime oppure possono essere abbassate. Facciamo l’esempio del divieto di sosta. L’articolo 7 del codice della strada va proprio a sottolineare che se il comune mette i famosi parcheggi a pagamento è anche obbligato a predispone una certa quota di posteggi gratuiti.
Quindi anche se molti credono che il comune possa fare quello che vuole riguardo i parcheggi questo è assolutamente falso. Infatti il comune non è per niente libero nel mettere a piacimento i parcheggi a pagamento. Proprio l’articolo 7 del codice della strada gli impone a mantenere una quota di posteggi gratis. Ma un altro esempio è quello degli abusi edilizi.
Per esempio il privato può chiedere la sostituzione dell’ordine di demolizione dell’opera abusiva con una sanzione in danaro. Quindi in realtà i cittadini anche se sono vessati dal fisco in una maniera straordinaria hanno comunque sia dei diritti ed è importante farli valere. Per esempio è importante la sentenza numero 2044 del 24 gennaio 2023 della corte di Cassazione.
Questa sentenza è molto importante proprio perché va a sottolineare la questione dei termini di prescrizione. Infatti le tasse statali come l’IVA o l’IRPEF hanno una prescrizione di dieci anni. Invece le tasse territoriali hanno una prescrizione di 5 anni. Le sanzioni amministrative come le multe o in generale quelle che derivano dal codice della strada si prescrivono sempre in cinque anni.
Ma la Cassazione ricorda che gli interessi a prescindere dalla fonte da cui derivano si prescrivono sempre in cinque anni. Questo significa in parole povere che non ha importanza se la prescrizione della tassa non pagata sia di 10 anni oppure di 5 anni: gli interessi dopo i primi cinque anni saranno comunque sia prescritti.
Quindi anche se la tassa da cui gli stessi interessi derivano ha una prescrizione di dieci anni, gli interessi avranno una prescrizione completamente diversa ed autonoma e quindi dopo i primi cinque anni saranno comunque sia prescritti. Questo è molto importante da sapere per i cittadini perché uno di quei cavilli che normalmente si ignorano.
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