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Carta prepagata: che succede se non la dichiari? La risposta preoccupa e stupisce | Fisco spietato

La carta prepagata rientra a pieno titolo tra i sistemi di pagamento più utilizzati e quindi viene da chiedersi come comportarsi a livello fiscale, se dichiararla o meno.

I giovani negli ultimi anni sono diventati i maggiori utilizzatori di carte prepagate, sistemi di pagamento che consentono di fare acquisti online, comprare prodotti nei negozi fisici ma anche conservare fondi. Non a caso hanno avuto un successo importante tanto da espandersi poi a tutti le generazioni.

Carte prepagate nella dichiarazione dei redditi (ilovetrading.it)

Una valida alternativa al classico conto corrente che spesso si abbina ad esso, con alcuni vantaggi come prelievo dal bancomat, IBAN, pagamento al POS ma anche semplicità di utilizzo e spese ridotte.

Carta prepagata: si deve dichiarare?

Sulla carta prepagata è possibile fare pagamenti ma anche ricevere somme di denaro e quindi questo sistema di entrata e uscita di soldi la rende un sistema di pagamento a pieno titolo. Quando si parla di “evasione fiscale” si fa riferimento al superamento delle soglie stabilite dalla legge che sono molto chiare. Diversa è la questione che riguarda la dichiarazione o meno al momento della dichiarazione dei redditi.

Carta prepagata non dichiarata (ilovetrading.it)

L’unica differenza di una carta prepagata rispetto ad una carta di credito è che non vi è la possibilità di accumulare debito. Quindi non c’è una modalità per andare oltre il denaro presente fisicamente sul dispositivo stesso. Si può spendere quello che si ha, mentre la carta di credito permette di accumulare una sorta di debito per un tot di euro da saldare il mese successivo.

Le carte prepagate vengono emesse da banche, Poste Italiane, sistemi di pagamento online e ne esistono addirittura in vendita già con cifre all’interno da usare come regalo.

In quali casi bisogna dichiararle?

Secondo l’Agenzia delle Entrate le carte prepagate che sono intestate a un contribuente rientrano nel database finanziario dove ci sono tutti i rapporti della persona. Questa è un’Anagrafe tributaria. Se l’apertura non va dichiarata al Fisco, i redditi che circolano su questa carta devono invece essere dichiarati al momento in cui si compila la dichiarazione annuale.

Nella voce “beni” rientrano infatti tutti i tipi di carte da quelle con conto corrente a quelle prepagate. Viene richiesto l’anno successivo all’utilizzo la dichiarazione delle spese dell’anno precedente, mediante il saldo al 31 dicembre e il deposito medio (che viene calcolato in automatico dall’istituto che l’ha rilasciata). Concludendo, la risposta è affermativa: la carta deve essere sempre dichiarata.

Quali rischi si corrono? Per somme depositate oltre i 50 mila euro una reclusione da 2 a 6 anni. Se sono stati occultati i soldi sulla carta è ritenuta evasione fiscale oltre i 100 mila euro, se i redditi sulla carta superano il 10% del totale o sono 2 milioni di euro. In questo caso la reclusione è da 2 a 5 anni.

Nei casi più comuni, quando non si inserisce la carta nella dichiarazione e i beni relativi ma le somme non arrivano a queste cifre, si rischia una sanzione amministrativa e il versamento del corrispettivo dovuto al Fisco. Spesso le cifre contenute non hanno alcun impatto sulla dichiarazione o sul modello ISEE. Per questo è utile dichiarare sempre tutto, anche piccole somme, per evitare problemi conseguenti.

Valentina Giungati

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