Lo Spid a quanto pare non sarà più utile perché adesso cambierà tutto, l’accesso avverrà in modo diverso per tutti.
Sono giorni decisivi per lo Spid. Il sistema pubblico di riconoscimento digitale è nato tempo fa ma fino all’anno scorso ha dato diversi problemi per quanto riguarda il suo utilizzo, soprattutto per le generazioni più anziane, poco pratiche con la tecnologia e in generale con il digitale. Più problemi che velocità con il codice di riconoscimento digitale, eppure ad oggi, dopo 8 anni, è utilizzato da 33,5 milioni di italiani.
Al momento il problema principale è la mancanza di un accordo tra i gestori del servizio e il governo, ma fino al 23 aprile il servizio sarà ancora attivo, grazie agli accordi con l’Agenzia per l’Italia Digitale. Si parla ormai da mesi di uno stop allo Spid, nonostante nessuno lo abbia annunciato ufficialmente. Già per il 2024 i sistemi di riconoscimento digitale potrebbero cambiare totalmente.
Lo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, serve ad identificare il cittadino e gli permette di accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione; un servizio che costerebbe allo Stato quasi 50 milioni di euro, considerate le aziende impegnate a garantirne la funzione.
Come spiegato dal quotidiano Leggo, a dicembre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti, aveva annunciato la volontà di arrivare al progressivo spegnimento dello Spid a favore della Carta di identità elettronica, proprio per evitare spese eccessive per lo Stato.
A questo punto non si capisce se si vuole ridisegnare il sistema relativo all’utilizzo dell’identità digitale, oppure chiudere tutto, lasciar perdere e implementare i servizi della carta d’identità elettronica, che tra l’altro, ad oggi è arrivata più o meno a tutti, ma nessuno ne ha ancora capito tutte le funzionalità.
Potrebbe essere quindi un modo per risparmiare concretamente, ma dall’altra parte i cittadini hanno pagato per l’attivazione dello Spid, hanno fatto varie peripezie per comprendere l’utilizzo, adesso sarebbe difficile fare marcia indietro. Aspetteremo le parole del Governo in merito alla situazione.
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