Le leggi cambiano e anche spesso. Massima attenzione chi percepisce la pensione di invalidità perché in molti casi si rischia di perderla.
Secondo la vigente normativa in materia ci sono parecchi casi in cui una persona, pur con invalidità, rischia di perdere il sussidio erogato dall’Inps. Vediamo insieme quali sono questi casi e cosa bisogna fare per non perdere la pensione di invalidità.

La pensione di invalidità è una prestazione assistenziale erogata dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, cioè l’Inps. Per ottenerla è necessario presentare domanda. Ovviamente non tutti possono fare domanda per avere l’assegno di invalidità: possono presentare domanda per avere la pensione di invalidità solo coloro ai quali viene riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa in una specifica percentuale e che non superano il limite di reddito stabilito dall’Inps.
A differenza della pensione che si percepisce a fine carriera, la pensione di invalidità può essere riconosciuta solo per un periodo e poi sospesa. La sospensione della pensione di invalidità può avvenire per diverse ragioni. In primis non è detto che l’invalidità sia permanente: un lavoratore potrebbe essere inabile al lavoro per un certo periodo ma poi ritornare in salute e poter riprendere a lavorare. In questo caso si parla di sospensione per decadenza dei requisiti.
Ecco quando si può perdere la pensione di invalidità
Ci sono però molti altri casi in cui l’Inps può decidere di sospendere l’assegno di invalidità. Vediamo insieme quali sono

La pensione di invalidità può essere sospesa anche nel caso in cui non venga presentata apposita comunicazione dei redditi percepiti all’Inps o all’Agenzia delle Entrate. Se il beneficiario non comunica la sua situazione reddituale, l’Inps può decidere di sospendere l’erogazione del sussidio. Infatti la pensione di invalidità è collegata al reddito percepito.
Un altro caso in cui può essere sospesa la pensione di invalidità è quando il soggetto invalido non fa la visita di revisione. Tale visita è funzionale, infatti, a riconfermare o meno l’invalidità di un soggetto e a riconfermare o cambiare la percentuale di invalidità. In questo caso, la prestazione economica per l’invalidità viene sospesa dal primo giorno del mese successivo a quello della convocazione. Il beneficiario della pensione riceve apposita comunicazione di sospensione della prestazione con l’invito a presentare entro 90 giorni all’Inps la giustificazione dell’assenza. Se l’interessato presenta una giustificazione sanitaria o amministrativa ritenuta valida, a quel punto verrà fissata una nuova data per la visita di revisione e la pensione di invalidità non viene sospesa. Nel caso in cui il soggetto continuasse a saltare le visite, allora scatta la revoca totale della prestazione.
Infine le vigente legge in materia prevede che la pensione di invalidità venga sospesa anche nel caso in cui il soggetto beneficiario si trasferisse all’estero. Anche qualora all’interessato venisse riconfermata l’invalidità nella visita di revisione e fosse in regola con la presentazione della situazione reddituale, e anche se si trasferisse in uno Stato membro dell’Unione europea, perderebbe comunque la pensione di invalidità.