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Pensioni

Le donne licenziate possono subito andare in pensione con la modifica ad Opzione Donna | Sfruttala ora

Una grande opportunità per le donne licenziate. Vediamo l’ultima comunicazione INPS su Opzione Donna: cosa è e come funziona.

Opzione donna è una misura su cui si è detto tutto il bene ma anche tutto il male possibile. La comunicazione dell’INPS sulle procedure da rispettare per accedere a opzione donna ha ulteriormente riacceso il dibattito. Ma vediamo in caso di licenziamento quali lavoratrici possono presentare effettivamente la domanda.

Donne licenziate e Opzione Donna – Ilovetrading

Con il messaggio numero 467 del primo febbraio 2023 l’INPS comunica la vera e propria procedura per la presentazione della domanda con opzione donna. Nella manovra finanziaria approvata il 29 dicembre il governo Meloni ha prorogato l’accesso a opzione donna ma anche ha apportato alcune importanti modifiche.

Arrivano i chiarimenti dall’INPS e vediamo chi può accedere

Infatti la domanda per accedere a opzione donna ha comunque sia il vincolo di specifiche condizioni riguardanti la lavoratrice. Innanzitutto la cosa fondamentale da chiarire è che si può richiedere Opzione donna ancora per un anno. Per avere opzione donna c’è bisogno di assistere dal meno 6 mesi il coniuge oppure un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Può anche accedere a Opzione donna chi assiste sempre da almeno sei mesi un parente oppure un affine con handicap sempre in situazione di gravità ma con i genitori che abbiano compiuto già i 70 anni o che siano deceduti. Un’altra via per accedere a opzione donna è avere un invalidità civile di almeno il 74%.

La donne licenziate possono sfruttarla

Ma l’ultima via per accedere a Opzione Donna è quella di risultare dipendente o licenziata da imprese per le quali sia attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Quindi le lavoratrici licenziate possono effettivamente accedere a opzione donna però il requisito problematico è proprio quello che devono essere state licenziate da aziende piuttosto grandi e che abbiano aperto un tavolo di confronto per la crisi.

Le donne licenziate possono andare in pensione – Ilovetrading

Quindi proprio questo requisito sembra escludere le lavoratrici di aziende più piccole nelle quali non siano stati aperti i tavoli di confronto. Ma con la nuova opzione donna cambia anche l’età a cui si può andare in pensione.

Un discrimine da risolvere

Infatti c’è bisogno di avere 60 anni di età e 35 anni di contributi ma l’età scende a 59 anni se c’è un figlio e a 58 anni se ci sono due figli. La domanda per presentare la richiesta di pensione anticipata con opzione donna si può trovare sul sito dell’INPS e ci si deve autenticare con lo Spid o con la carta d’identità elettronica o con la carta nazionale dei servizi. Proprio in questo modo si potrà accedere a questa pensione anticipata anche nel caso delle lavoratrici licenziate.

Tuttavia come abbiamo detto c’è questo forte discrimine dei tavoli di crisi che speriamo sia rimosso in qualche prossima comunicazione dell’INPS. I sindacati hanno sottolineato con forza questo problema e la speranza è che anche le lavoratrici licenziate da aziende più piccole possano rientrare.

Salvatore Dimaggio

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