Dopo la crisi che ha interessato Credit Suisse, c’è grande apprensione in Europa. Ecco cosa può accadere nel nostro Paese
Il recente crollo di Credit Suisse, uno dei colossi bancari mondiali, ha aperto nuovi scenari di natura economica e finanziaria. In tanti, tra analisti e semplici cittadini, si chiedono se e quanto reggeranno le banche italiane. Ecco cosa accadrà.
In molti hanno agitato e stanno agitando lo spettro della crisi finanziaria del 2007-2008 che fu segnata, su scala mondiale da una crisi di liquidità e talvolta da crisi di solvibilità sia a livello di banche e Stati, sia da una scarsità di credito alle imprese.
Il crollo (virtuale, dato che Credit Suisse è stata acquistata da Ubs per tre miliardi di euro) del colosso svizzero spaventa. L’intervento si è reso necessario proprio perché un fallimento reale di un istituto di simili dimensioni e influenza avrebbe potuto davvero sconquassare il mercato mondiale. Va sottolineato, evidentemente, che una crisi bancaria e finanziaria andrebbe a incidere profondamente anche sui normali cittadini e sulle aziende, tutti già fiaccati dalle pressioni di inflazione, recessione, tassi alti delle banche centrali.
Per questo, le paure restano. Anche perché il disastro finanziario, costruito sulla pessima gestione e l’assenza di controlli, è stato scongiurato grazie all’utilizzo di ingenti fondi pubblici. Ma la paura di un effetto a cascata che possa coinvolgere anche le banche italiane. Ecco cosa rischiano effettivamente i nostri istituti di credito.
Il rischio “contagio” non è un’ipotesi peregrina. I mercati infatti scommettono già su quella che potrà essere la nuova vittima dell’effetto domino che, in economia, è quasi automatico: un altro colosso europeo come Deutsche Bank. Ma allora rischiano anche le banche italiane? Ecco cosa pensano gli esperti.
Il possibile coinvolgimento della banca tedesca rientra negli studi che, in queste settimane, sono stati fatti per capire i rischi che corre l’Eurozona. Ovviamente, in tali studi è coinvolta anche l’Italia che, nei giorni del crack Credit Suisse ha registrato per diverse sedute crolli in borsa piuttosto importanti.
Secondo quanto sostenuto dagli esperti del settore, comunque, il nostro Paese non sarebbe a rischio. E’, in particolare, uno studio di Bloomberg Intelligence a sancire che le prime 25 banche europee possono contare su una eccedenza di capitale per circa 55 miliardi di euro. 38 miliardi di euro di questi sono in possesso di istituti importanti, come UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ing, Societe Generale, Nordea, Ubs e Credit Agricole.
Questo sarebbe il motivo principale per cui l’Italia non sarebbe in pericolo. E anche Visco, governatore Bankitalia si è sbilanciato: “Non rileviamo nelle nostre banche problemi di capitalizzazione e liquidità”.
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