Cosa succede se si decide di rimandare la pensione anticipata e rimanere a lavoro? Ecco che interviene il Bonus Maroni.
Previsto nella legge di Bilancio 2023, il bonus Maroni è un incentivo previsto per chi rifiuta di andare in pensione anticipata. Questo vuole essere un incentivo a non adottare misure di ritiro anticipato in favore di una carriera più lunga e di pensioni più alte in futuro.
Il Governo Meloni aveva previsto il bonus Maroni già nella Legge di Bilancio 2023, e in data 21 marzo è stato adottato il decreto attuativo della misura. A breve il bonus maroni verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e in seguito l’INPS si occuperà della parte operativa. Si tratta di un bonus a favore di coloro che, pur avendo raggiunto i requisiti necessari per andare in pensione anticipata con Quota 103, decidono di ritardare il pensionamento e continuare a lavorare. Il bonus Maroni permette a queste persone di ottenere un semplice, ma concreto aumento di stipendio.
La misura di pensionamento anticipato Quota 103 è stata confermata all’inizio dell’anno proprio dal Governo Meloni, come misura tappabuchi in vista di una più completa revisione della legge pensionistica. Un lavoratore può andare in pensiona anticipatamente se ha compiuto 62 anni di età e ha versato almeno 41 anni di contributi all’INPS o alla Gestione Separata. In seguito, al compimento dei 67 anni, la pensione di Quota 103 verrebbe convertita in una canonica pensione di vecchiaia. Tuttavia il Governo ha voluto premiare anche chi sceglie di non prendere una tale scorciatoia per la pensione. Il bonus Maroni permette quindi un aumento del 10% dello stipendio di quei lavoratori dipendenti che decidono di non usufruire di Quota 103 nonostante abbiano i requisiti necessari.
In realtà il bonus Maroni non è una novità nell’ordinamento italiano. Era già stato introdotto nel 2004 come incentivo al lavoro e per permettere di risparmiare sulla spesa previdenziale. Nel 2023 lo scopo del bonus non è cambiato. Già a inizio anno si discuteva su come la spesa previdenziale dello Stato italiano fosse eccessivamente alta, tanto che alcune misure di pensionamento anticipato, prima tra tutte Opzione Donna, hanno rischiato di non essere rinnovate per mancanza di fondi.
Il bonus Maroni è, tuttavia, un indubbio vantaggio per i lavoratori. Per arrivare a ottenere i diritto per Quota 103, un lavoratore deve aver già avuto una carriera di 41 anni, questo significa che potrà ottenere un compenso maggiore dal suo lavoro per gli ultimi anni di carriera prima di potersi ritirare a 67 anni con più contributi versati e qualche soldo in più in tasca.
L’INPS deve ancora fornire le misure operative precise della misura, ma si hanno già alcuni dettagli importanti. Ovviamente il bonus Maroni è ottenibile soltanto da chi ha già raggiunto i requisiti necessari per Quota 103, ma l’aspetto più importante è quello che riguarda i datori di lavoro.
Questi non hanno nessun danno dal bonus perché continueranno a pagare al lavoratore lo stesso importo, con la differenza che il lavoratore avrà all’interno della sua busta paga anche i soldi dei contributi pensionistici che normalmente sarebbero andati all’INPS. Per poter ottenere il bonus Maroni occorre fare comunicazione all’INPS. In un periodo di 30 giorni l’ente previdenziale certificherà la maturazione dei requisiti e provvederà ad applicare il bonus.
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