Le aziende avranno difficoltà ad ottenere mutui e prestiti e tante potrebbero trovarsi in cattive acque con rischi per i lavoratori.
Preoccupazioni sta suscitando la Direttiva Europea Case Green. Secondo questa norma gli immobili italiani dovrebbero essere portati ad una elevata classe energetica entro il 2030 ma le famiglie nella maggior parte dei casi non hanno i mezzi per farlo. I lavori di efficientamento degli immobili possono arrivare a costare anche 65.000 euro per ogni casa e la possibilità che il Governo eroghi bonus è limitatissima.
Le famiglie e le imprese che non adegueranno le loro case o i loro capannoni entro il 2030 non potranno affittarli o venderli. Tutti gli immobili non efficienti subiranno un automatico crollo del loro valore di mercato. Questo crollo può ammontare anche al 50%. E il riflesso è sui mutui. Quando un’azienda ha bisogno di un prestito la via più facile per ottenerlo è quella di accendere un’ipoteca sui suoi stabilimenti.
Nella vita aziendale capita di frequente che ci sia bisogno di liquidità e la banca la eroga senza particolari problemi grazie all’ipoteca su uno o più stabilimenti produttivi. Se l’azienda non riuscirà ad onorare il debito nei confronti della banca, l’istituto provvederà al pignoramento dell’immobile ipotecato. Con la Direttiva Case Green le aziende vedono restringersi il loro accesso al credito e molti esperti lo stanno sottolineando in questi giorni.
La banca non ha interesse ad accendere un mutuo su un capannone industriale deprezzato. Se il mutuo non dovesse essere rimborsato la banca pignorerebbe questo capannone e sarebbe costretta a costosi lavori di efficientamento e dunque si troverebbe in una situazione pesante.
Già oggi tante aziende italiane sono in difficoltà a causa della crisi e dell’inflazione, ridurre il loro accesso al credito attraverso una misura che rende ardua l’ipoteca significa aggiungere ulteriore difficoltà e le conseguenze occupazionali potrebbero essere gravi.
Un riflesso pesante ci sarebbe anche per il mondo bancario. Le banche sono proprietarie di numerosi immobili che detengono come investimento oppure che hanno pignorato. Il costo per l’efficientamento di tutti questi immobili potrebbe essere insostenibile e aggravare la già delicata situazione di tanti istituti. I sindacati denunciano come il peso di questa direttiva sulle imprese potrebbe portare al fallimento di alcune realtà e il riflesso sull’occupazione potrebbe essere da non da sottovalutare.
Duri sulla direttiva anche gli esperti della Società italiana di medicina ambientale (Sima) “determinerà il caos sia in Italia sia negli altri Paesi europei, introducendo una mega-patrimoniale sulle famiglie e portando a una velocissima svalutazione degli immobili, senza però apportare gli sperati benefici sul fronte ambientale ed energetico”.
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