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Insegnanti che sfruttano gli alunni più deboli per le ripetizioni: capita anche a tuo figlio?

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Gianluca Merla

Aumentano le segnalazioni riguardo alcuni insegnanti che sfruttano gli alunni più deboli per fare loro ripetizioni: cosa succede

Il mondo delle ripetizioni scolastiche doposcuola è diventato sempre più diffuso negli ultimi anni, offrendo un supporto fondamentale per gli studenti che hanno difficoltà nello studio.

Insegnanti sfruttano
Insegnanti che sfruttano studenti – Ilovetrading.it

Tuttavia, di recente ci sono state segnalazioni di alcune irregolarità da parte di insegnanti che sfruttano gli alunni più deboli per fare loro ripetizioni, creando una situazione poco trasparente e a rischio di abuso di potere. Nel resto dell’articolo approfondiremo questa problematica e analizzeremo le possibili soluzioni per prevenire e contrastare questi comportamenti scorretti.

Insegnanti e ripetizioni

A Milano e in provincia, alcune maestre di scuola elementare stanno offrendo ripetizioni a pagamento a bambini iscritti presso le stesse scuole dove prestano servizio, soprattutto a quelli con maggiori problemi e stranieri. Tuttavia, questa pratica è illegale in quanto i docenti non possono fare ripetizioni ai propri alunni e perché le lezioni a pagamento non vengono dichiarate ai fini fiscali. Alcune associazioni di volontariato e fonti autorevoli, infatti, hanno sollevato la questione e ne discuteranno ulteriormente. Ma il dato di fatto è che questo fenomeno non è affatto circoscritto alla sola provincia di Milano.

Insegnanti sfruttano
Aumentano le segnalazioni – Ilovetrading.it

In Italia, la pratica di dare ripetizioni a pagamento è diffusa, ma molte persone non dichiarano i proventi delle lezioni private e non pagano le tasse come previsto dalla legge. Fare ripetizioni è considerata un’attività lavorativa che produce reddito e, quindi, è soggetta a una specifica tassazione. I docenti titolari di cattedre, compresi quelli delle scuole elementari, sono tenuti a pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 15%. Le somme tassate non concorrono alla formazione del reddito complessivo e non rilevano ai fini del riconoscimento di deduzioni e altre agevolazioni fiscali. Se si danno ripetizioni in modo saltuario e non si superano i 5.000 euro annui, il guadagno può essere considerato come lavoro autonomo occasionale, e l’insegnante deve rilasciare una ricevuta al momento del pagamento.

Dunque, il mondo delle ripetizioni scolastiche doposcuola è stato oggetto di segnalazioni di irregolarità, come l’attività di maestre di scuola elementare che fanno ripetizioni a pagamento ai propri alunni, il che è vietato dalla legge. Inoltre, è illegale non dichiarare i redditi derivanti dalle ripetizioni, anche perché come ogni attività che produce reddito, anche le ripetizioni sono soggette a tassazione. Secondo le leggi in vigore, i compensi derivanti dalle lezioni private e ripetizioni sono soggetti ad un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 15%. È importante che tutti coloro che svolgono attività di ripetizioni rispettino la legge e dichiarino i propri guadagni per evitare conseguenze legali.

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