Tra non molto numerosi cittadini italiani diranno per sempre addio al reddito di cittadinanza. Ma a chi interessa tale cambiamento?
Così come il 2023, anche il prossimo anno il Reddito di cittadinanza (Mia per l’esattezza), potrebbe essere utilizzato per fare cassa, cosi che il Governo possa avere maggiori risorse di cui disporre per attuare vari punti del proprio programma. Dopo l’approvazione del documento di economia e finanza, non ci sono buone notizie per chi prende il Reddito di Cittadinanza e questo in quanto il Governo avrà a disposizione solo 4 miliardi di euro per la prossima legge di Bilancio.
Tali risorse dovrebbero essere utilizzate per alleggerire la pressione fiscale ma potrebbero non bastare e in tal caso, a meno che l’Italia non migliori la sua condizione economica, per recuperare sarà necessario effettuare dei tagli e il Reddito di Cittadinanza, o meglio Mia, che lo sostituirà, sarà il principale indiziato
Come noto, nel 2024 il reddito di cittadinanza non ci sarà più: sarà sostituito dalla Misura d’Inclusione attiva (MIA), una forma di sostegno.
La stretta è stata autorizzata dalla Legge di Bilancio 2023 al fine di recuperare risorse destinate ad altri interventi di spesa; per lo stesso motivo, è stato stabilito che nel 2023, le famiglie, dove non sono presenti minori, disabili o over 60, potranno godere solo di 7 mesi di reddito di cittadinanza.
Così come in passato, anche nel 2024, il reddito di cittadinanza potrebbe essere utilizzato per fare cassa e quindi, per l’accesso a MIA, i requisiti saranno ancora più restrittivi cosi da ridurre la platea e risparmiare risorse.
Ma cosa succederà nel 2024? Al momento non si sa ancora bene come sarà MIA (sostituto del reddito di cittadinanza), che almeno dalle intenzioni del Governo, dovrebbe svantaggiare i componenti occupabili per evitare che il nuovo sostegno possa essere un disincentivo alla ricerca di un nuovo impiego.
A tal proposito ci saranno due diversi percorsi: da una parte orientamento al lavoro e attività di formazione e dall’altra un sostegno economico per chi non è nelle condizioni di farlo. Come anticipato però i requisiti saranno più restrittivi e non solo per l’abbassamento della soglia ISEE ma anche perchè i figli rischiano di non rientrare nel parametro di scala di equivalenza comportando cosi un abbassamento della soglia reddituale da soddisfare per poter avere l’integrazione. Il nuovo Decreto doveva essere presentato al Consiglio dei Ministri verso la fine di marzo ma a tutt’oggi non ci sono ancora notizie in merito.
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