Vediamo questa particolare opzione che può essere molto vantaggiosa per il lavoratore. Importante conoscerla.
Oggi si parla tanto di pensioni e le troppe riforme su questa materia rischiano di creare confusione. Con le novità del Governo arrivano prospettive diverse per i pensionati che è utile approfondire. Il punto di partenza è la nuova Quota 103. Si tratta di una delle tante normative tampone che durano soltanto un anno. Con questa normativa che vale solo per il 2023 è possibile andare in pensione già dai 62 anni con 41 anni di contributi. Una particolarità della Quota 103 è che c’è un’alternativa che è rappresentata da quello che viene da molti chiamato Bonus Maroni.
Se si resta al lavoro anche quando sono stati raggiunti i requisiti per la pensione si ha un vantaggio dal punto di vista dello stipendio. Per taluni lavoratori si pone un bivio. Da un lato c’è la possibilità della pensione subito e in anticipo visto che la Quota 103 permette di uscire già a 62 anni. Se invece si resta al lavoro si può usufruire del cosiddetto Bonus Maroni che consente al lavoratore di avere lo sgravio contributivo perché rinuncia al diritto alla pensione anticipata. Facciamo un esempio pratico. Un lavoratore che nel 2023 ha i 62 anni di età e i 41 anni di contributi ha diritto di uscire con la Quota 103.
Gli basterà andare sul portale dell’INPS e iniziare le pratiche per la pensione. Se rinuncia a questo diritto e continua a lavorare può richiedere all’INPS lo sgravio dei contributi. Ricordiamo che un lavoratore dipendente versa mensilmente circa il 33% dello stipendio a fini previdenziali. In realtà solo una parte di questo 33% è a carico del lavoratore. Con il bonus contributivo la quota di contribuzione a carico del lavoratore resta nella busta paga e fa aumentare lo stipendio.
Tuttavia chi sceglie di restare al lavoro in qualsiasi momento può cambiare idea. In qualsiasi momento il lavoratore può rinunciare a questo bonus perché il diritto alla quota 103 una volta conquistato viene cristallizzato anche per gli anni successivi. Dunque in linea di principio anche se questa misura dovesse venire meno, chi sceglie per il Bonus Maroni potrà negli anni a venire comunque cambiare idea e optare per la pensione anticipata. Una scelta di questo genere viene fatta tenendo presente il livello di stanchezza e la condizione fisica del lavoratore.
Non è da escludere che in un determinato momento un cittadino si senta in grado di continuare a lavorare per poter guadagnare di più e sentirsi produttivo. L’anno successivo o un paio di anni dopo potrebbe cambiare la sua situazione di salute e di conseguenza è importante la possibilità di cambiare idea e di sfruttare l’anticipo pensionistico.
Se questo venisse precluso questo bivio sarebbe senza ritorno e sarebbe più complesso per il lavoratore scegliere un’opzione che lo condizionerebbe fino all’età della pensione ordinaria che a quel punto sarebbe l’unica da poter richiedere.
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