Il burnout da lavoro è comune a molti lavoratori e può causare depressione e ansia. Vediamo insieme come prevenirlo.
Se ne parla poco, eppure ci sono milioni di lavoratori che accettano condizioni inammissibili e poi vanno in burnout. In questo articolo vi indichiamo i segnali da non sottovalutare prima di arrivare ad “esplodere”.

In tempi in cui avere un lavoro è considerato non un diritto ma un lusso, un numero crescente di persone accetta qualunque condizione pur di lavorare. Tuttavia questo può portare al burn out da lavoro che, a sua volta, può sfociare in depressione e attacchi di ansia. Prima di accettare un posto di lavoro, quindi, è fondamentale valutare tutti i pro e i contro. Il denaro è importante ma la nostra salute fisica e mentale lo è di più.
Il burn out è una specie di “esplosione“, un esaurimento che può avere ripercussioni sia sulla salute fisica sia su quella mentale. Ma non solo. Può portare ad avere disturbi del sonno e, alla lunga, può avere ripercussioni negative gravi anche sul cuore riducendo l’aspettativa di vita di chi ne soffre. Negli ultimi anni è diventata una vera e propria epidemia: circa il 40% dei lavoratori dipendenti afferma di essere esaurito.
Burn out: ecco come prevenirlo
Il carovita e la mancanza di lavoro non giocano a favore di nessuno. Per questo molte persone, pur di guadagnare qualcosa, accettano lavori che impongono condizioni insostenibili. Spesso dimentichiamo un concetto fondamentale: il lavoro deve migliorare la nostra vita e non peggiorarla.

Quando ci troviamo in sede di colloquio è importante prestare attenzione ad alcuni dettagli che possono apparire banali ma che, al contrario, sono rilevanti per capire in quale tipo di ambiente andremo a lavorare. In particolare è necessario valutare i seguenti elementi.
- L’azienda non forma i manager sui rischi del burn out e su come evitarlo
Se nessuno sa riconoscere una situazione di burn out, va da sé che nessuno potrà fare nulla per aiutare i lavoratori che stanno male. Il burn out è un problema serio: non è pigrizia o poca voglia di lavorare.
- Reperibilità senza limiti
Diffidate delle aziende che esigono che i dipendenti siano disponibili 7 giorni su 7 e a tutte le ore. Il lavoro fa parte della vita ma non deve monopolizzarla tutta.
- Elogi per il superlavoro
Elogiare chi lavora sempre più del dovuto e non ha orari, significa far sentire in colpa chi, invece, mette dei paletti precisi tra lavoro e vita privata. Ognuno ha il diritto di coltivare i propri interessi fuori dal lavoro senza essere penalizzato.
Sono, invece, da valutare positivamente quelle aziende in cui i manager supportano i propri dipendenti e in cui si investe sul benessere dei lavoratori. Anche perché un lavoratore felice del proprio impiego sarà anche più produttivo rispetto ad uno che soffre di depressione.