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In pensione anticipata senza limite di età oggi è possibile, ma per il 2024 ci sono molte incognite

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Antonia Festa

Sono numerosi gli strumenti per la pensione anticipata, ma ognuno di essi rischia di non essere confermato in futuro. Per quale motivo?

I lavoratori attendono con ansia la Riforma delle Pensioni per il 2024. Il timore più diffuso è il ritorno alle condizioni imposte dalla Legge Fornero, qualora non venissero confermati gli attuali strumenti di flessibilità in uscita.

strumenti di pensione anticipata
Ci sono molte perplessità sul rinnovo delle misure per la pensione anticipata (Ilovetrading.it)

Ad oggi, dunque, sono ancora numerose le perplessità relative ai mezzi di pensione anticipata, che permettono di smettere di lavorare senza attendere il compimento dei 67 anni di età. I dubbi riguardano, in particolare, tre misure: Opzione Donna, Quota 103 e Ape Sociale. Nessuna di esse, infatti, è stata finora prorogata per il prossimo anno.

Secondo le indiscrezioni, soltanto una verrà confermata a breve.

Iniziamo con l’analisi dell’Ape Sociale, rivolta ai lavoratori fragili, ai disoccupati di lungo periodo, agli invalidi e agli addetti a lavori gravosi. Lo strumento pensionistico consente di smettere di lavorare con 63 anni di età e 30 anni di contributi (36 per i lavoratori addetti a mansioni gravose) e di percepire, fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia, un’indennità riconosciuta dallo Stato.

L’intenzione del Governo Meloni sarebbe quella di riconfermare la misura anche per il prossimo anno, ma tutto dipenderà dalle risorse finanziarie a disposizione. Al momento, infatti, non sembrano esserci le condizioni per rendere l’Ape Sociale strutturale ma potrebbe, con molta probabilità, essere prorogata fino alla prossima Riforma delle Pensioni.

Quota 103 fallirà? Le promesse del Governo potrebbero essere disattese

Uno dei punti del programma elettorale di Centrodestra era consentire il pensionamento con Quota 41 a tutti i contribuenti, a prescindere dall’età anagrafica posseduta.

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Come si accederà alla pensione anticipata dal prossimo anno? (Ilovetrading.it)

I fondi economici per concedere tale possibilità, purtroppo, sono insufficienti e, dunque, si è optato per Quota 103. La misura permette di richiedere il pensionamento al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione e, contemporaneamente, dei 62 anni di età. Rispetto alla pensione anticipata ordinaria ci sarebbe, dunque, uno sconto di 1 anno e 10 mesi per gli uomini e di 10 mesi per le donne.

Quota 103, tuttavia, è stata prevista dall’ultima Legge di Bilancio solo come una misura provvisoria per il 2023 e, in assenza di risorse economiche sufficienti, potrebbe facilmente essere sacrificata, per far spazio ad altre misure di anticipo pensionistico.

Bisognerà attendere le prossime settimane, quando riprenderà il tavolo di confronto tra il Governo e i sindacati e sperare che si arrivi ad un accordo in vista dell’allocazione dei fondi finanziari con la nota di aggiornamento del DEF.

Opzione Donna: il destino è già scritto? I sindacati e le parti sociali si battono per l’ampliamento della platea di beneficiarie

Più incerto il futuro di Opzione Donna, che ha già subito pesanti modifiche con la Legge di Bilancio 2023. I cambiamenti hanno eccessivamente ridotto la cerchia delle beneficiarie e molte lavoratrici hanno dovuto rinunciare al sogno di usufruire della pensione anticipata, suscitando l’indignazione dei sindacati e delle associazioni di categoria.

Attualmente, possono accedere alla misura solo le invalide al 74%, le caregivers e le licenziate o dipendenti da aziende in crisi che hanno raggiunto, entro il 31 dicembre 2022, 60 anni di età e 35 anni di contribuzione. Il requisito anagrafico è, tuttavia, ridotto a 59 anni per coloro che hanno 1 figlio oppure a 58 anni per coloro che hanno 2 o più figli.

Fino allo scorso anno, invece, Opzione Donna era aperta a tutte le lavoratici che avevano maturato, entro il 31 dicembre 2021, un’anzianità contributiva di almeno 35 anni ed una anagrafica di 59 (se autonome) o di 58 (se dipendenti).

Le contribuenti che decidono di accedere alla misura, inoltre, subiscono il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno pensionistico, con una forte penalizzazione sull’importo spettante.

Alla luce di tali considerazioni, è molto improbabile che Opzione Donna diventi strutturale oppure che venga riconfermata con la prossima Manovra finanziaria.

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