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Sfratto, quando può avvenire e come comportarsi se non viene pagato l’affitto

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Samanta Airoldi

Vediamo insieme quando si corre il rischio di uno sfratto e cosa possiamo fare secondo quanto stabilito dalla legge italiana.

Affitti alle stelle e inquilini morosi. La situazione non è così insolita, specialmente di questi tempi. In questo articolo vi spieghiamo come procedere in caso di sfratto.

Sfratto affitto non pagato
Sfratto per affitto non pagato (Ilovetrading.it)

Lo sfratto può avvenire, principalmente, per due motivi: l’inquilino non paga l’affitto al proprietario di casa; il contratto di locazione è terminato ma l’inquilino rifiuta di lasciare l’immobile. Talvolta le due situazioni possono sovrapporsi. In questo periodo di rialzi, non è così infrequente imbattersi in situazioni di inquilini morosi. Ecco perché molti proprietari diventano diffidenti e non fanno più contratti di affitto lunghi ma preferiscono optare per gli affitti brevi: molto più remunerativi tra l’altro.

Lo sfratto per morosità può essere richiesto dal proprietario di casa solo se il contratto di affitto è stato regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Non è possibile, quindi,  ricorrere al procedimento di sfratto nel caso in cui la locazione si basi solo su un accordo verbale tra il proprietario e l’inquilino. Il proprietario ha diritto, per legge, a richiedere lo sfratto per morosità già dopo 20 giorni  dalla data di scadenza di pagamento indicata nel contratto.

La prima cosa che il proprietario può fare è inviare al conduttore moroso una lettera di diffida per mezzo raccomandata A/R, in cui lo sollecita a pagare i canoni non versati, definendo un termine di scadenza, trascorso il quale dovrà lasciare libero l’immobile. Qualora ciò non bastasse si può procedere con un atto di intimazione di sfratto per morosità: a quel punto l’inquilino riceve la citazione in udienza per la convalida del procedimento ed, eventualmente, anche un’ingiunzione di pagamento per i canoni d’affitto scaduti.

Sfratto: ecco cosa puoi fare

Sono in tante le famiglie o i giovani lavoratori che non riescono più a pagare la rata del mutuo o l’affitto. Nel primo caso l’immobile viene pignorato e finisce all’asta. Nel secondo caso, invece, si viene sfrattati. Vediamo cosa si può fare.

Sfratto, cosa si può fare
In caso di sfratto l’inquilino ha diverse possibilità/ Ilovetrading.it
  • La prima opzione è la più semplice: l‘inquilino moroso si presenta all’udienza e salda il suo debito. A questo punto il procedimento di sfratto per morosità si ferma e viene chiuso.
  • La seconda opzione consiste nel presentarsi all’udienza e opporsi alla convalida di sfratto per morosità: in questo caso il giudice rinvia l’esame delle cause di opposizione e il procedimento diventa un processo ordinario. Però attenzione perché se l’opposizione viene ritenuta infondata, il giudice può emettere immediatamente il decreto ingiuntivo.
  • Terza strada: l’inquilino  si presenta all’udienza e chiede al giudice altri 90 giorni per poter saldare il suo debito.
  • Ultima possibilità: non presentarsi all’udienza. Questa è decisamente l’opzione meno conveniente perché il giudice può emettere subito un’ordinanza di convalida di sfratto e l’inquilino,  a quel punto, entro 10 giorni dovrà lasciare l’appartamento. Se non lo farà, il proprietario potrà far intervenire un ufficiale giudiziario per procedere allo sgombero dell’immobile.

Nel caso di sfratto non da un appartamento ma da un locale ad uso commerciale la situazione è simile ma non identica. Infatti, in caso di locazione commerciale è il giudice a stabilire la gravità della morosità e la necessità di emettere l’ordinanza di convalida per lo sfratto. Inoltre, il conduttore moroso di un immobile ad uso commerciale non può chiedere più tempo per saldare il suo debito.

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