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Economia

Buoni fruttiferi Postali sbloccati: arrivano finalmente i rimborsi, controlla se sei tra i fortunati

I buoni fruttiferi fanno diventare ricchi. Si sbloccano i rimborsi e molte persone ricevono migliaia di euro di interessi maturati.

Per molto tempo i buoni postali fruttiferi sono stati un efficace strumento di investimento in Italia. Ora che molti di questi sono stati sbloccati e senza altre complicazioni di mezzo, molti che hanno investito su questi prodotti potranno riavere indietro i propri soldi con gli interessi.

I buoni fruttiferi di Poste Italiane ancora al centro della bufera legale – ANSA – ilovetrading.it

Tra gli anni ’60 e ’80 i buoni fruttiferi postali sono stati tra gli strumenti di investimento più interessanti e utilizzati dell’intero panorama finanziario italiano. Poste Italiane ha rilasciato milioni di questi buoni fruttiferi nel corso degli anni a risparmiatori che speravano nella promessa di un guadagno sul lungo periodo grazie agli interessi maturati dai propri investimenti.

Da alcuni anni, tuttavia, ci sono cause in corso tra i risparmiatori e Poste Italiane proprio in merito ai buoni fruttiferi giudicati irregolari per cui l’azienda non intende riconoscere gli interessi.

Per molto tempo i tribunali si sono pronunciati in favore o contro le due parti. Inizialmente l’Arbitro Bancario e diversi tribunali avevano dato ragione ai risparmiatori, ma la Corte di Cassazione si è pronunciata del 2022 a favore di Poste Italiane, riconoscendo l’irregolarità delle posizioni dei buoni.

Quali sono i buoni fruttiferi contestati da Poste Italiane

Secondo Adiconsum la soluzione dovrà essere legislativa, con una sanatoria che vada a porre fine a questa situazione. Questa si è protratta per anni con le diatribe tra Poste Italiane e i suoi clienti non contenti per il mancato riconoscimento dei soldi pattuiti.

La Corte di Cassazione ha dato ragione a Poste Italiane, ma la situazione non è ancora risolta – ANSA – ilovetrading.it

I buoni fruttiferi che sono stati contestati dall’azienda sono in particolare di 3 tipi:

  • buoni postali fruttiferi triennali della serie Q/P, per i quali i risparmiatori hanno ottenuto un rendimento inferiore rispetto a quello atteso;
  • buoni postali fruttiferi a scadenza ravvicinata a 5, 6, 7 e 18 mesi, scaduti e andati in prescrizione senza che Poste Italiane ne desse comunicazione preventiva a cui è seguita la negazione di qualunque forma di rimborso da parte dell’azienda;
  • buoni postali fruttiferi della serie Q-R-S, anche in questo caso buoni che hanno reso meno di quanto avrebbero dovuto perché Poste Italiane ha effettuato la ritenuta sugli sugli interessi ogni singolo anno anziché una volta sola al momento della liquidazione.

Il problema in particolare con i buoni di serie Q è che per un periodo di tempo compreso tra il 1986 e il 1995 sono stati sovrapposti a quelli di serie P, con un rendimento decisamente inferiore. Questo ha comportato una lunga protesta da parte dei clienti di Poste Italiane, che si sono sentiti presi in giro quando al momento della liquidazione delle somme investite si sono ritrovati con molti meno soldi di quanti promessi.

Poste Italiane si è rivelata, coscienziosamente o meno, deficitaria sul fronte della comunicazione con i propri clienti. Attualmente ci sono 350.000 buoni fruttiferi scaduti e prescritti per un valore totale di 400 milioni di euro di cui Poste Italiane non ha informato gli acquirenti.

Su questo punto si è già fatta sentire l’Antitrust, che ha sanzionato Poste Italiane per 1,4 milioni di euro per aver omesso informazioni importanti ai propri clienti.

Riccardo Magliano

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