Il Parlamento europeo ha deciso che le case devono migliorare le loro prestazioni energetiche entro il 2030. Cosa rischiano gli italiani?
Non arrivano buone notizie dal Parlamento Europeo per gli italiani. Una nuova direttiva ha stabilito che gli italiani devono migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, con la Direttiva Case Green.
L’obiettivo principale della direttiva è quello di aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici e di ridurre il consumo energetico e le emissioni inquinanti nell’edilizia. La direttiva prevede che sia obbligatoria la ristrutturazione per migliorare la classe energetica degli edifici e ridurre le emissioni inquinanti.
Vale a dire che entro il 2030, gli edifici ad uso residenziale dovranno raggiungere la classe energetica E, mentre entro il 2033 dovranno raggiungere la classe D.
Gli altri edifici dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2027, e la classe D entro il 2030 e i nuovi edifici dovranno avere emissioni zero a partire dal 2028. Questa direttiva porterà i proprietari degli immobili ad eseguire lavori di riqualificazione energetica per migliorare la classe energetica degli edifici. Ma quanto costa ciò agli italiani?
L’ABI (Associazione Banche Italiane) ha espresso preoccupazioni sulla nuova direttiva europea e il suo impatto sul mercato immobiliare europeo. Secondo il direttore dell’ABI, per raggiungere l’obiettivo intermedio della classe energetica F nel comparto residenziale, sarebbe necessario ristrutturare il 60% del patrimonio immobiliare italiano, il che rappresenta un obiettivo ambizioso e difficilmente raggiungibile.
Questo, infatti, ricade per la maggior parte dei casi in classi energetiche desuete, poiché costruite tra gli anni ’70 e gli ’80 e pochi hanno eseguito lavori di ristrutturazione edilizia con il Superbonus 110%, dove ora è stato imposto lo stop alla cessione dei crediti e ora tanti italiani si trovano a dover mettere soldi di tasca propria per ottenere la ristrutturazione edilizia. Migliorare l’efficienza energetica agli italiani costerà, infatti, intorno ai 50mila euro a persona.
La direttiva EPBD case green prevede che le banche debbano migliorare l’efficienza energetica degli immobili ipotecati, anche se non ne sono proprietarie, il che potrebbe rendere difficile l’erogazione di mutui per l’acquisto o la riqualificazione degli immobili di minore qualità.
L’ABI ha proposto alcune modifiche alla direttiva, tra cui maggiore proporzionalità, gradualità e flessibilità nell’attuazione e l’accesso al database SIAPE dell’ENEA per acquisire informazioni sul grado di performance energetica degli immobili garantiti dai finanziamenti. Una catastrofe annunciata per molti cittadini, che dovranno sborsare un sacco di soldi per poter mettere a norma la propria casa, sia per acquistarla che per venderla.
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