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INPS: addio aumenti nel pagamento di giugno | Come funziona la nuova stangata

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Giuseppe F.

Chi si aspettava dall’INPS aumenti nel pagamento di giugno dovrà affrontare una cocente delusione. Ecco cosa succederà.

Si torna a parlare di INPS e della preoccupzione diffusa a proposito del cedolino pensioni di giugno 2023: c’è la possibilità molto concreta che salti l’aumento. Ma per quale motivo? C’è in gioco la più che probabile evenienza che non vengano erogati gli arretrati e che arrivi un nuovo blocco.

Pensione, blocco a giugno: novità INPS
Aumento pensioni di giugno: rischio blocco dall’INPS – Foto Ansa – ilovetrading.it

L’aumento tanto atteso dai titolari di pensione minima e lo scatto degli arretrati più volte annunciato dal Governo Meloni non si sono ancora visti. E sono più di 1,3 milioni i pensionati che a giugno si aspettavano buone notizie da parte dell’INPS. La previsione è che resteranno tutti a bocca asciutta.

Anche se nella legge finanziaria di dicembre 2022 il Governo Meloni aveva inserito la decisione di aumentare le pensioni minime, a oggi non è arrivato alcun aumento. In realtà la proposta stessa, già in origine, era suonata un po’ vaga. Innanzitutto non si è mai capito quale, di preciso, sarebbe stata la platea dei beneficiari. E proprio qui si consuma il vero problema che blocca la situazione.

INPS: niente aumento a giugno per le pensioni minime

L’INPS si è da subito attivata per risolvere i problemi tecnici e capire come muoversi. Ma pare che dal Governo non siano giunte risposte esaustive. Si è detto che l’aumento delle pensioni minime spetterebbe anche agli over 75 ma tutto è ancora molto nebuloso.

Blocco aumenti pensioni INPS giugno
Niente aumento pensioni a giugno per l’INPS – Foto Ansa – ilovetrading.it

Il blocco dell’aumento da parte dell’INPS a giugno deriva dunque dal problema insormontabile nell’individuazione precisa della platea dei beneficiari. Senza indicazioni chiare è impossibile organizzare il nuovo pagamento. Così, dopo cinque mesi dalla decisione del Governo Meloni, l’INPS ancora sembra non essere pronta a partire.

Eppure, proprio l’INPS, a inizio aprile, aveva già comunicato in una circolare i criteri di massima relativi agli aumenti. C’era dunque fiducia che qualcosa si sarebbe smosso prima dell’estate e invece è ancora tutto fermo. Manca di fatto il via libera da parte dell’esecutivo. Quando arriverà? Difficile prevederlo, a questo punto.

I fondi ci sono e sono stati stanziati nella scorsa legge finanziaria: si è parlato di circa 480 milioni per quest’anno e di altri 379 nel 2024. La paura è che l’aumento promesso sia rimandato ab libitum. Nonostante la necessità reale di adeguare il valore delle pensioni minime alla contingenza economica, gravata da inflazione, aumento generalizzato dei prezzi e crisi energetica.

L’importo delle pensioni nel cedolino di giugno avrebbe dovuto contenere la rivalutazione automatica delle pensioni. Cioè, per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (circa 2.102 euro), le pensioni avrebbero dovuto essere rivalutate del 100% (7,3%).

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